giovedì 31 maggio 2018

1 GIUGNO MOBILITAZIONE IN TUTTE LE FABBRICHE FIAT-FCA CONTRO L'ATTACCO AI POSTI DI LAVORO, AL RICATTO, ALLA REPRESSIONE, ALLA CASSA INTEGRAZIONE

Lo sciopero di oggi, questa mobilitazione in tutte le fabbriche Fiat-Fca è la giusta necessaria risposta al pesante attacco ai posti di lavoro, ricatto, repressione, cassintegrazione che Marchionne sta già attuando e ora con il suo piano vuole imporre ancora di più tagliando la produzione, lasciando in campo solo quella delle auto di lusso (si deve produrre solo per i ricchi!) con inevitabili chiusure di linee produttive e licenziamenti. Ma anche per cominciare in tutti gli stabilimenti Fiat-Fca a dire basta alle condizioni di supesfruttamento, di organizzazione del lavoro sempre peggiori che mettono a grave rischio la salute psicofisica, di attacco ai diritti.
Buona parte dei sindacati confederali (Fim, Uil, Fismic) hanno appoggiato, firmato fin dall'inizio i piani di Marchionne e quindi sono fino in fondo complici di ciò che è successo e succede in tutti gli stabilimenti.
Questa giornata in cui Marchionne presenta a Balocco il suo nuovo piano industriale è quindi una giornata nera per gli operai.
Per questo è giusto che gli operai stanno rispondendo con la lotta e l’unità nella lotta di tutti le fabbriche Fiat-Fca.

Questo piano padronale può essere rotto solo da una lotta prolungata, in ogni stabilimento e insieme, e dagli operai che si sono assunti la responsabilità di cominciare a promuoverla. E' importante l'unità ma è importante anche l'autonomia di classe degli operai nell'analisi, nel che fare immediato e nella prospettiva.
Il 23 marzo scorso gli “Operai autorganizzati Fiat-Fca”, insieme ad alcune organizzazioni sindacali di classe e di base hanno chiamato allo sciopero e alla lotta le fabbriche Fca in cui sono presenti, per rispondere ai piani Fiat.
Attualmente gli operai autorganizzati sono ancora pochi e c’è bisogno del sostegno di altri settori di operai, lavoratori in lotta e di altre organizzazioni sindacali di classe – come gli operai della logistica del Si.Cobas venuti il 23 marzo in centinaia, come la rappresentanza di operai dell’Ilva di Taranto e lavoratori delle cooperative dello Slai cobas sc - che comprendono l’importanza per tutte le fabbriche, per tutta la classe operaia, della ripresa della lotta alla Fiat-Fca.

Questi 'Operai autorganizzati Fiat-Fca', i sindacati di base con la loro determinazione, sono un esempio e una dimostrazione che quando ci si riesce ad organizzare autonomamente dai sindacati confederali complici si può lottare sul serio.
Per questo ora più che mai serve l'unità, il coordinamento di operai autorganizzati, dei sindacati di base  e di tutti i settori operai dovunque stiano che lottano realmente.
Ora occorre trasformare le scintille di avanguardie coraggiose presenti in ogni fabbrica, in una prateria di operai che non si piegano ai ricatti di Marchionne, ai capi, ai sindacati complici.
Oggi occorre costruire la coscienza della lotta necessaria e le tappe che essa può e deve avere. Occorre seguire l’esempio e prendere coraggio da quegli operai autorganizzati che, pur affrontando il rischio dell’isolamento e della repressione, hanno vinto la paura, da quei sindacati di base (come Si.Cobas, Soa, Slai cobas per il sindacato di classe) che hanno piena fiducia che la lotta autorganizzata ha un presente e un futuro, a differenza di tutti coloro che si dicono dalla parte degli operai ma in realtà poi quando la lotta c’è la dividono, si dissociano o se ne vogliono approfittare, appropriare.

Dobbiamo continuare la lotta, resistere e diventare una forza per estendere la lotta e riorganizzare il sindacato di classe in tutte le fabbriche e posti di lavoro. I padroni stanno portando avanti una guerra, che come una guerra vera e propria sta facendo sempre più morti di lavoratori (dalle fabbriche siderurgiche, ai cantieri, all'Ilva di Taranto, ecc.). A questa guerra dobbiamo rispondere con la nostra guerra di classe. I padroni, con l'aiuto dei loro governi, dalla Fiat all'Ilva, internazionalizzano la produzione per fare più profitti, noi diciamo come diceva Marx – di cui oggi celebriamo il suo 200° anniversario di nascita - “proletari di tutti i paesi unitevi”.
In questo senso, questa giornata di lotta in tutti gli stabilimenti Fiat-Fca deve essere un inizio.
Costruiamo una rete nazionale di operai autorganizzati, del sindacalismo di classe, che raccolga tutte le energie reali nell’ampio tessuto di fabbriche, in uno spirito di unità, di lotta.
E’ un cammino difficile e tortuoso, ma necessario e possibile!

mercoledì 30 maggio 2018

CONTRO IL PIANO INDUSTRIALE DELLA FIAT CHE LICENZIA MIGLIAIA DI LAVORATORI - UN APPELLO DEGLI OPERAI ALLA LOTTA UNITARIA


FCA] Appello per l’organizzazione di uno sciopero unitario in Fca nel giorno dell’annuncio del piano disindustriale

Facciamo appello a tutte le lavoratrici e lavoratori, a tutte le forze sindacali presenti nei vari stabilimenti Fca italiani per una mobilitazione nazionale da organizzare il 1 giugno 2018.

Ormai è certo che il prossimo piano disindustriale Fca non prevede la produzione di vetture di gamma medio/bassa negli stabilimenti italiani.
Le indiscrezioni giornalistiche, che hanno ripreso le dichiarazioni di Marchionne, sul futuro di Fca nel nostro paese non lasciano molti dubbi su eventuali previsioni.
Dopo più di un secolo di produzione di autovetture utilitarie italiane si punterà per il futuro alla
costruzione di modelli di gamma alta.
Quanto più volte denunciato sta per concretizzarsi, la produzione di modelli che hanno garantito a
 Fiat prima e Fca poi di sopravvivere alla crisi industriale degli ultimi decenni sta per terminare.Poco è importato al padrone se per garantire la propria salute economica abbia sfruttato gli operai, togliendo loro quasi tutti i diritti, ciò che interessava alla famiglia era resistere. Adesso che il limone è stato spremuto fino all’ultima goccia, che tanti lavoratori si sono spaccati la schiena per garantire il benessere di poche decine di persone, arriva questa manovra di smantellamento generale. Tutti sappiamo che non ci sarà posto per le decine di migliaia di lavoratori Fca nel prossimo piano disindustriale, lavoratori che va ricordato stanno già soffrendo da anni i sacrifici imposti dal padrone, anche in termini economici. Con la produzione in Italia di soli SUV e berline di lusso si perderanno migliaia di posti di lavoro, e questo non possiamo permettercelo. È inutile fare l’elenco stabilimento per stabilimento del numero di esuberi, ognuno di noi che vive la propria realtà sa esattamente quanti lavoratori salteranno con il nuovo piano disindustriale.

Il primo giugno, a Balocco, verrà sferrato un colpo durissimo alla classe metalmeccanica italiana, chi rimarrà a lavoro dovrà subire ulteriori pressioni e ricatti, chi verrà mandato a casa dovrà fare i conti con il dramma della disoccupazione.

Oggi forse potrebbe essere già tardi per riprendere in mano un minimo di lotta per la sopravvivenza nostra e dei nostri colleghi, però dobbiamo provare a reagire.
È arrivato il momento di unire le forze operaie e sindacali per organizzare un primo appuntamento per il primo giugno, un appuntamento che non può essere soltanto la dimostrazione che esistiamo, servirebbe veramente a poco, ma deve trasmettere un messaggio di grande protesta e determinazione a proseguire in un percorso di lotta che andrà avanti fin quando non vedremo riconosciute tutte le nostre ragioni.

Invitiamo quindi tutti i sindacati a proclamare per il giorno 1 giugno 8 ore di sciopero a turno in tutti gli stabilimenti Fca e indotti.
Invitiamo tutti i lavoratori che potranno raggiungere Balocco il giorno 1 giugno ad unirsi alla manifestazione che gli operai autorganizzati Fiat Fca stanno organizzando.
Tutti noi sappiamo quanto il momento sia delicato, la storia ci insegna che soltanto lottando tutti insieme contro il padrone possiamo provare a sconfiggerlo, divisi ci aspetta un futuro di sconfitte, così come divisi stiamo affrontando un presente da sconfitti.

Mettiamo da parte le spaccature sindacali e facciamo vedere di che pasta sono fatti gli operai quando marciano gli uni affianco agli altri.

Martedì, 22 Maggio 2018

Operai autorganizzati Fiat - Fca


giovedì 17 maggio 2018

BLUTEC DECIDE DI RESTITUIRE I VENTI MILIONI A INVITALIA... FINE DEL PROGETTO DI SVILUPPO?

Mentre questa mattina, 17 maggio, si svolge dalle 10 alle 11 davanti alla fabbrica una assemblea, riportiamo il comunicato della Fiom che in maniera ridicola, dopo ben 7 anni! parla di dramma sociale!


Blutec, Fiom: svolta o rischio dramma sociale
16 maggio 2018 ore 15.56
"La situazione di crisi finanziaria e di mancata attuazione del piano industriale e occupazionale della società Blutec rischia di far saltare tutto"
Termini Imerese: si è svolto presso il ministero dello Sviluppo economico l'incontro sullo stato di reindustrializzazione e rioccupazione del sito. I rischi sono alti: "la situazione di crisi finanziaria e di mancata attuazione del piano industriale e occupazionale della società Blutec rischia di far saltare tutto. Per scongiurare lo scoppio di una vera e propria bomba sociale in provincia di Palermo, martedì 22 maggio, l’azienda deve garantire un piano di restituzione dell'anticipo dei finanziamenti ricevuti e una garanzia per i 20 milioni di euro finanziati da Invitalia", scrivono in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e Roberto Mastrosimone, segretario generale Fiom Sicilia. 
"La restituzione è stata chiesta dal cda di Invitalia anche a seguito della revoca del contratto di sviluppo, ed è il presupposto affinchè l'azienda possa presentare un nuova richiesta di finanziamento. Martedì 22 maggio, senza il rispetto degli impegni assunti dall'azienda nel tavolo odierno, verrebbero meno i presupposti per la reeindustrializzazione e rioccupazione di tutti i lavoratori coinvolti. La Fiom ritiene indispensabile che gli accordi sottoscritti il 22 dicembre del 2014 siano rispettati da tutti", continuano i sindacalisti.
"Vi è la consapevolezza che il rilancio del sito industriale sia possibile attraverso una valorizzazione dell'innovazione introdotta dalla commessa di Fca sul Doblò elettrico. La produzione del Doblò da sola non garantisce il rientro al lavoro dei 700 ex dipendenti Fiat e non crea le condizioni utili per il reimpiego dei 300 lavoratori dell'indotto", si legge nel comunicato. 
Il 31 maggio è previsto un nuovo incontro presso il ministero dello Sviluppo economico dove si deve determinare la svolta definitiva. Nel frattempo domani, 17 maggio, davanti i cancelli dello stabilimento Blutec si terrà un’assemblea con le lavoratrici ed i lavoratori per informarli e decidere le iniziative utili alla risoluzione della vertenza.

mercoledì 2 maggio 2018

INVITALIA REVOCA IL CONTRATTO DI SVILUPPO E RIVUOLE 20 MILIONI


ECCOLI QUI I RISULTATI DI ANNI DI ATTESA E "SPERANZE" DISTRIBUITE A PIENE MANI DA SINDACATI E ISTITUZIONI!

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Industria. Torna teso il clima in Sicilia per il mancato decollo del programma di rilancio del polo produttivo palermitano ex Fiat
Duello Invitalia-Blutec: il piano Termini non parte

Torna la tensione a Termini Imerese in provincia di Palermo. Con un primo maggio che, dopo anni di tregua, viene festeggiato all’insegna della protesta: ieri gli operai dell’ex stabilimento Fiat, sotto le insegne di Cgil-Cisl e Uil, hanno occupato il comune e potrebbe essere, questa, solo la prima di una serie di azioni di protesta. Nel mirino di sindacati c’è il piano di riconversione dell’ex stabilimento Fiat e dunque il piano di Blutec, newco del Gruppo Metec, di cui è amministratore delegato Cosimo di Cursi. Ma nel mirino vi è soprattutto il governo nazionale “il cui silenzio da garante dell’accordo tra Invitalia e Blutec non è giustificabile – hanno scritto in un comunicato congiunto fiom, Fim e Uilm -. Per questo abbiamo deciso di occupate il comune di Termini Imerese. Vogliamo risposte concrete per i mille lavoratori e il rilancio del sito. E chiediamo subito la convocazione la Mise”. Sono trascorsi venti giorni da quando Invitalia ha avviato le procedure per ottenere da Blutec la restituzione di venti milioni, una quota dei finanziamenti pubblici destinati alla ripresa produttiva dello stabilimento ex Fiat. “Ma nella è cambiato – dicono i sindacalisti -. Senza risposte continueremo con azioni di protesta”.

A far precipitare la situazione le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica: “Oltre a chiedere indietro l’acconto da 20 milioni (dei 67 milioni di finanziamento ndr), a Blutec, per Termini Imerese, abbiamo anche revocato il contratto di sviluppo. Non potevamo fare diversamente – ha detto Arcuri -. abbiamo semplicemente applicato la legge che impone alle imprese di investire effettivamente i finanziamenti ottenuti entro una determinata scadenza. Questo non è successo e ora, purtroppo, si apre una grande problema socio-territoriale”. Per saperne di più
 Sul futuro dell’ex stabilimento Fiat bisognerà aspettare il risultato del tavolo tecnico già convocato al Mise.
“Blutec sostiene che il rilancio dell’impianto dipende molto dalla commessa per l’assemblaggio del Doblò elettrico – dice Arcuri: un progetto che sta andando avanti, anche se a rilento Blutec ha una storica relazione di fornitura con la Fiat.