venerdì 6 dicembre 2019

27 MILIONI DI EURO SONO IL REGALO DI NATALE DEL GOVERNO ALLA FCA

MENTRE GLI OPERAI DEVONO ASPETTARE PERFINO LA CASSA INTEGRAZIONE... GLI OPERAI NON HANNO GOVERNI AMICI!
ROMPIAMO CON IL PASSATO, ORGANIZZIAMOCI E PASSIAMO ALL'AZIONE!
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IL REGALO DI NATALE ALLA FCA, 27 MILIONI DI EURO
Posted by Operai Contro



Patuanelli firma il decreto, 27 milioni di euro dal MISE agli azionisti di FCA. Agli operai in contratto di solidarietà nemmeno un euro, devono vivere in miseria in attesa di un improbabile rientro
Noi operai alla Fiat di Melfi e nell’indotto facciamo pochissime giornate di lavoro e se ci lamentiamo non è certo perché il lavoro in fabbrica ci piace ed è buono, ma solo perché prendiamo quattro soldi con tutta la cassa integrazione che ci fanno fare.
Alcuni di noi non raggiungono nemmeno le dieci giornate di lavoro al mese, il resto si resta a casa con la miseria dei quattro soldi del contratto di solidarietà che somiglia al reddito di cittadinanza che danno a quelli più poveracci di noi.
In fabbrica, quando andiamo, si lavora che sembra di essere a cottimo e si fa a gara fra turni a chi
produce di più, capi e capetti dei diversi turni fanno a gara per fare più bella figura con il padrone, tanto chi sgobba siamo noi operai.
Quando non serviamo più perché troppi di numero secondo il padrone, restiamo a casa a fare i conti con bollette e spese che aumentano, con il salario che diminuisce e non solo perché le giornate di lavoro pagate a salario pieno sono poche ma anche perché i prezzi delle cose aumentano continuamente.
Anche gli aumenti contrattuali sono una miseria, l’ultima volta i sindacati hanno chiuso la trattativa con i padroni dandoci un aumento di 50 centesimi al giorno. Il caffè alla macchinetta quello al bar, costa di più. Ormai il salario, tolte le spese per arrivare in fabbrica, davvero sembra un misero reddito di cittadinanza.
A casa ci fanno stare perché stanno ristrutturando una linea dove dicono dobbiamo produrre una nuova auto e sull’altra linea non serve fare tante auto perché non si vendono. Tempo fa, quando ci comandavano a lavorare a pieno regime, il padrone guadagnava un sacco di soldi, a noi dava un salario che serviva appena per vivere, adesso si lavora di meno, il padrone fa lavorare meno operai, ma guadagna lo stesso, mentre a noi, con i quattro soldi, ci tocca fare i salti mortali per sopravvivere.
Se ci guardiamo attorno, in giro ci sono quelli che stanno peggio di noi, fabbriche che chiudono, ammortizzatori sociali a finire e licenziamenti quotidiani, sempre se si riesce a portare sana e salva la pelle a casa fino alla pensione, considerando che 3-4 di noi operai ogni giorno ci lasciano e non per morte naturale. Ma che diavolo di sistema è questo! Eppure ci dicono che è il migliore, ma forse per chi, grazie a quello che produciamo fa la bella vita.
Nessun governo, né di destra, né di sinistra, né gialloverde o giallorosa, ci ha mai dato una mano. Per noi non c’è mai niente. E’ una vita che si va avanti così, quattro soldi per sopravvivere e logorati più degli altri. Una vita consumata in fabbrica a vedere sempre le stesse cose, che fra l’altro peggiorano pure. Puntualmente i governi mentre dicono che per noi che produciamo non ci sono soldi anche solo per arrotondare il salario ridotto, sborsano per i padroni milioni a palate.
Pure questi dei 5 stelle ci si dovevano mettere! Avevano detto che sarebbero andati al governo per aprire il parlamento come una scatola di sardine, e invece anche loro come gli altri aprono la cassaforte dello Stato per finanziare i padroni. Soldi per finanziare i padroni che già stanno bene, altro che abolire la povertà!
Hanno dato il mandato a Conte di venire a Melfi a dire che ci sono milioni per i padroni e che si possono mettere in fila. Ce ne è per tutti. I sindacati entusiasti e contenti hanno detto che sono pronti ad accettare tutto, compreso qualsiasi flessibilità sull’orario di lavoro. Tanto la flessibilità sul salario già c’è, ovviamente la flessibilità dell’orario è sulla nostra pelle, non devono lavorare mica loro. La Fiat dopo essersi assicurata altri soldi, ha annunciato cento assunzioni, cento assunzioni legate alla messa in funzione di un campus di ricerca per il quale hanno già preso altri soldi dalla Regione Basilicata in passato.
La Fiat, è proprio vero, se ne fotte di chi va al governo, sono tutti uguali quando sborsano soldi. Vedeva chiaro prima di andarsene Marchionne quando in riferimento ai 5 stelle diceva: “paura del M5S? Ne abbiamo passate di peggio”. Come peraltro lo stesso presidente di Confindustria Boccia nel 2018 dichiarava: “i 5 stelle non fanno paura, valutiamo i provvedimenti”, “l’importante è che non si cambino provvedimenti che hanno avuto effetti sull’economia reale”.
In verità sono cambiati i provvedimenti che inaspriscono le sanzioni contro gli operai, quelli sì, poi il resto non cambia mai, tutti a rotazione a favorire i padroni e i loro interessi.
Altro che le favole raccontate agli operai per prendere voti e andare al governo. L’alleanza con la piccolo borghesia leghista è servita per legiferare contro gli operai, l’alleanza della piccola borghesia col Pd serve per continuare a fare gli interessi della grande borghesia e a Melfi, come in altre fabbriche del gruppo, l’annuncio dei finanziamenti nelle tasche dei padroni e non in quelle degli operai ne è stata l’ennesima dimostrazione.
Crocco, operaio di Melfi

giovedì 24 ottobre 2019

ROMPIAMO CON LA CONTINUITA' CON IL PASSATO: SCIOPERIAMO

IL 25 OTTOBRE SI SCIOPERA
PER FARLA FINITA CON LA CASSA INTEGRAZIONE ETERNA
PER FARLA FINITA CON I SINDACATI CONFEDERALI CHE SVENDONO OGNI GIORNO DIGNITA' E LOTTA DEI LAVORATORI
PER UN LAVORO VERO
PARTECIPIAMO ALLE INIZIATIVE DI LOTTA
A PALERMO 
SIT-IN DI PROTESTA ALLE 9,30 DAVANTI L'ASSESSORATO REGIONALE DELLE POLITICHE SOCIALI E DEL LAVORO DI VIA TRINACRIA 

domenica 20 ottobre 2019

IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO NOMINA I NUOVI COMMISSARI PER LA GESTIONE DELLA VERTENZA BLUTEC


Vertenza Blutec, Provenzano ha incontrato i sindacati
Il Mise nomina i commissari “Ora il rilancio di Termini”
Nella triade c’è Glorioso: scelta la continuità
Il ministero dello Sviluppo economico ha completato la procedura per la nomina dei commissari di Blutec e di Ingegneria Italia (altra società del gruppo). Si tratta di Fabrizio Grasso, avvocato specializzato in diritto societario e contenzioso e arbitrati dello Studio Pedersoli di Torino, e Andrea Filippo Bucarelli commercialista di Roma. I due professionisti sono stati scelti con una estrazione a sorte tra quanti avevano presentato domanda al ministero. Ma il Mise ha ritenuto “opportuno completare l’organo commissariale con la nomina di Giuseppe Glorioso”, ovvero del commercialista palermitano già incaricato dalla procura di Termini Imerese e da quella di tornio dopo il sequestro dell’azienda “in considerazione delle competenze e delle conoscenze maturate finora in qualità di amministratore giudiziario della società, al fine di garantire quanto più possibile la continuità aziendale”.
Un passaggio, questo, che era stato auspicato anche dai sindacati dei metalmeccanici della Sicilia che avevano richiesto una scelta nel segno della “continuità”. “Con l’amministrazione straordinaria si pare una nuova fase – dice il segretario regionale della Fiom, Roberto Mastrosimone – è ovvio che ci aspettiamo dai commissari un’azione incisiva per l’area industriale e la ripresa produttiva. Il quadro in cui i commissari lavoreranno sarà quello della Legge Marzano che garantisce maggiori tutele anche ai dipendenti. Ieri, inoltre, le sigle dei metalmeccanici hanno incontrato il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano in prefettura. “Ho chiamato il commissario di Blutec Glorioso – ha detto il ministro - la nomina era un passaggio decisivo non solo per avere un po’ più di tempo ma anche per poter ripartire”. Buone notizie sullo sblocco della cig con la firma del Mef di ieri e prolungata fino a dicembre. “Le deroghe per la cassa integrazione degli anni 2017, 2018 e 2019 per i lavoratori della Blutec sono già state firmate. E il governo nazionale ha garantito il massimo impegno per chiudere in tempi brevi questa partita – dice Enzo Comella della Uilm Palermo dopo l’incontro. “Il ministro ha assicurato – ha aggiunto – anche l’apertura di un tavolo di confronto per il recupero dell’area industriale. È prevista, infine la sua visita a Termini Imerese”.
“Il ministro si p mostrato molto determinato nel dare supporto alla vertenza Blutec – ha spiegato Antonio Nobile della Fim Cisl di Palermo e Trapani – incidendo su governo Nazionale e regionale, noi dal conto nostro abbiamo chiesto una accelerazione immediata e di riprendere l’accordo di programma ricercando in maniera fattiva nuovi investitori”

Giornale di Sicilia 19 ottobre ’19

venerdì 18 ottobre 2019

Blutec, il ministro Provenzano assicura: "Ci sarà la proroga degli ammortizzatori sociali"

Questo viene riportato da un articolo di Repubblica online. E fin qui sono solo parole, adesso si aspetta che i soldi della cassa integrazione arrivino davvero... ma soprattutto che gli operai pensino a come fare ripartire la lotta per il lavoro vero...


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Il responsabile del dicastero del Sud a Palermo: "Temo un aggravamento delle condizioni economiche del Meridione"

"Ho sentito il ministro del lavoro: il Mef ha firmato il decreto per il prolungamento fino a dicembre degli ammortizzatori sociali per lo stabilimento blutec di Termini Imerese". Ad annunciarlo è stato il ministro per il sud, giuseppe provenzano, a palermo, incontrando i giornalisti nella sede della prefettura. "Blutec è la prima più grave crisi industriale che ha vissuto la sicilia - ha sottolineato provenzano - e che putroppo è stata spesso dimenticata anche a livello nazionale". A proposito degli ammortizzatori sociali per gli ex lavoratori sicilfiat, il ministro per il sud ha comunque sottolineato: "È necessario un momento più strategico in cui si provi a rilanciare il futuro industriale di quell'area".

https://palermo.repubblica.it/politica/2019/10/18/news/blutec_il_ministro_provenzano_assicura_ci_sara_la_proroga_degli_ammortizzatori_sociali_-238901843/

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sciopero generale 25 ottobre lo Slai Cobas s c adersce e organizza nei posti di lavoro e nelle città iniziative di lotta

martedì 15 ottobre 2019

A PROPOSITO DEL "NUOVO" GOVERNO...

GLI OPERAI DEVONO SAPERE COM'E' FATTO IL COSIDDETTO NUOVO GOVERNO PER POTERLO COMBATTERE MEGLIO
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RICHIEDETE UNA COPIA
a: prolcompa@libero.it

sabato 12 ottobre 2019

A proposito di operai Fiat... FCA Melfi - lettera di un gruppo di operai - gia il 30 settembre scorso eravamo stati alla FCA e avevamo registrato questa situazione - vedi sotto

Da Vulturenews.net del 9 ottobre
Riceviamo e pubblichiamo la lettera redatta da un gruppo di operai della FCA di Melfi:
«Il Sindacato ha l’obiettivo di rappresentare e tutelare i diritti dei lavoratori, di qualsiasi categoria produttiva.
Iscriversi serve ad avere un interlocutore che si erga a portavoce dei tuoi interessi e faccia valere i tuoi diritti attraverso varie forme e proteste, purtroppo questa premessa non è valida nello stabilimento FCA di Melfi che, grazie al non fare del sindacato, ha calpestato la dignità di noi lavoratori.
Siamo delusi. Pensavamo che il sindacato avesse dei principi, le RSA (rappresentanti sindacali aziendali) pensano solo a fare carriera e a fare i propri interessi (assunzione dei parenti, e carriere interne), sono politicanti da quattro soldi, un tempo non sarebbe stato cosi.
Avremmo potuto ottenere tanto, ma non hanno mosso un dito per risolvere i tanti problemi (carichi di lavoro, reparti non riscaldati/rinfrescati, fumi, dpi assenti, mancanza di controllo nel gestire la CDS).
La figura delle RSA è inerme; anche se qualcuno di loro vuole risolvere qualcosa, i segretari regionali placano gli animi di alcune RSA, rafforzando ancora di più il potere della FCA di Melfi.
Questo comportamento favorisce la parte corrotta del sindacato e rafforza il predominio dell’azienda, tutto ciò a discapito dei tanti lavoratori onesti.
Tale debolezza del sindacato è apparsa in maniera evidente, nei confronti della gestione Fiat di Sergio Marchionne, ma sopratutto rispetto al jobs Act e alla riforma del diritto al lavoro in Italia, cercando subdolamente d’introdurre un modello di rappresentanza diretta individuale del lavoratore nei confronti del datore di lavoro e quindi la fine dell’intermediazione sociale del sindacato stesso, accentuata ancora di più dal contratto CCSL che ha tolto il diritto di sciopero, unica arma per difendersi dal non voler migliorare le condizioni lavorative.
Tra noi lavoratori della FCA di Melfi c’è oggi una solitudine disarmante, rispetto all’indifferenza del sindacato verso problemi esistenti.
Per noi lavoratori, il sindacato può avere ancora una funzione importante e utile, a condizione che riesca a ricostruire una relazione autentica con i lavoratori e funzionale alla gestione dei bisogni, non vendendosi, senza tutelare la dignità del lavoratore.
Basta con i proclami da parte dei Segretari confederali “Alla FCA di Melfi si farà il terzo modello e avverrà l’elettrificazione dei modelli”, ben venga il lavoro, ma chiediamo condizioni lavorative migliori.
In altre parole, c’è sempre bisogno di produrre pensiero, interloquire con i lavoratori per la realizzazione della giustizia sociale che dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale del sindacato».
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Fca/Sata Melfi
Gli operai si sentono abbandonati da tutti. Non vi sono recentemente assemblee sindacali né sulla cassintegrazione, sull'accordo che ha portato alla cig, né sul contratto metalmeccanico.
Quasi tutti gli operai sono toccati alla cig, che quantomeno dovrebbe durare fino a dicembre, ma che di fatto con la politica con cui viene fatta è permanente. Nell'accordo vi era che dovessero fare comunque 15 gg di lavoro nel mese per mantenere per intero assegni, ratei, ecc., invece negli ultimi due mesi vari operai hanno lavorato solo 9/10 gg. Si dice che nel nuovo anno la cig dovrebbe terminare perchè inizia la produzione ibrida (metà elettrica, metà benzina). Ora si producono solo i suv (3 tipi: Jeep Renegate, 500 X, e un'altra Jeep), ma davvero andrà così?...

martedì 8 ottobre 2019

La Blutec, ex Fiat Termini Imerese, va in amministrazione straordinaria?... Sindacati e governo fanno incontri mentre gli operai da mesi sono ancora in attesa della Cassa integrazione

Mentre i sindacati confederali, Cgil-Cisl-Uil chiedono a tutti gli interlocutori da anni, 8 anni solo in questa vertenza, di “garantire” questo e quello… gli unici che non garantiscono proprio niente sono loro; né volontà né dignità né indirizzo giusto nella lotta!
Il loro linguaggio è sempre uguale: veri elemosinanti che parlano di “speranze” e ancora dopo 8 anni sono “In attesa di un piano industriale credibile”, nella sostanza hanno condiviso la “politica industriale” di tutti i governi e ora anche di questo.
“Questo governo in Economia ha intenzione di mettere insieme i provvedimenti economici dei governi targati PD, con i provvedimenti demagogici dei 5stelle; una mistura antioperaia e contro i diritti dei lavoratori, che rivaluta e rilancia la precarietà assistita.
“D’altra parte il sì al Jobs Act e la sua considerazione come un fatto compiuto da cui non si può tornare indietro è comune a tutte le forze parlamentari. La destra reazionaria di Salvini, Meloni e Berlusconi, vogliono ancora più potere per le imprese, cioè per i padroni, e non certo quindi per i lavoratori. E anche la forza che in parlamento si presenta più a “sinistra”, LeU è ormai dentro il governo.” (dall’ultimo numero di proletari comunisti sul “nuovo” governo).
Gli operai che in questi anni hanno visto e vissuto sulla propria pelle tutto questo sanno che non c’è futuro su questa via… devono solo decidere di imboccare un’altra strada!

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Per evitare il fallimento di Blutec si gioca l’ultima carta possibile: quella della amministrazione straordinaria.
Questo quanto emerso ieri nel corso della riunione al Ministero dello sviluppo economico dove si affrontava la vertenza nazionale. Il commissario giudiziario ha comunicato lo stato dell’azienda.  (18 mila euro in cassa, 250 cause in corso, nessun programma di manutenzione impianti, prescrizioni degli ispettori del lavoro e della Asl, tre istanze di fallimento, dal 2017 nessun contributo Inps versato.)...
 la prossima settimana, dunque, l’amministrazione giudiziaria presenterà formalmente la domanda al ministero. L’amministrazione straordinaria lavorerà per portare in bonis l’azienda per affidarla ai legittimi proprietari o per trovare un acquirente. In campo
anche l’ipotesi di affitto di rami d’azienda.
Nel frattempo, per i lavoratori di Termini Imerese potrà essere possibile accedere alla cassa integrazione anche per il prossimo anno, visto che l’attuale era in scadenza al 31 dicembre. “Confidiamo che la domanda di amministrazione straordinaria – spiega Gianluca Ficco segretario nazionale della Uilm – venga accettata, poiché oggi appare l’unico modo per scongiurare il fallimento e forse anche per assicurare la necessaria copertura di ammortizzatori sociali”. “In attesa di un piano industriale credibile – conclude Ficco – per tutti gli stabilimenti italiani, dalla Sicilia al Piemonte, abbiamo avanzato una serie di richieste specifiche per alleviare la situazione. Più in particolare abbiamo chiesto al Ministero del lavoro di accelerare la procedura per approvare la erogazione della cassa integrazione, che non è più percepita dal mese di giugno. Inoltre, continuiamo a insistere affinché si permetta ai lavoratori di Termini di poter beneficiare dell’anticipo pensionistico legato allo svolgimento di lavori usuranti”. Per la Fiom Cgil è necessaria una ripresa del confronto per l’intervento del governo, attraverso Invitalia, e la Regione che si devono assumere direttamente la responsabilità di governare la reindustrializzazione di Termini e il processo di rioccupazione, anche individuando più soluzioni industriali.” “Unica strada da potere perseguire in questo momento ma serve trovare delle soluzioni industriali per Termini”, spiega Antonio Nobile della Fim Cisl, “fondamentale che l’amministrazione straordinaria metta in sicurezza tutte le attività di Blutec e anche della capogruppo Metec, condizione necessaria per costruire le condizioni di un progetto di piano industriale che dia una risposta occupazione per tutti i dipendenti”.
Giornale di Sicilia 4 ottobre ’19

domenica 29 settembre 2019

Ex Fiat Termini Imerese: Altro sequestro dei fondi al padrone della Blutec Ginatta che ha investito i soldi del rilancio della fabbrica in attività speculative

La proprietà privata dei mezzi di produzione prevista dal sistema capitalistico fa questi “scherzi”! Il padrone si sente libero di fare quello che vuole con le fabbriche e i soldi pubblici.

In questa vicenda non solo il padrone Ginatta e si suoi figli si rivelano degli incapaci di gestire la produzione industriale, ma anche dei veri e propri delinquenti che giocano in borsa con i soldi pubblici, mentre un migliaio di operai è ancora in cassa integrazione, che scade a dicembre, ma, come riporta il Sole24Ore (https://www.ilsole24ore.com/art/taglio-cuneo-fiscale-busta-paga-le-due-ipotesi-tavolo-ACpaU2l)
“… rimane ancora in stand by l’avvio al Senato dell’esame per la conversione in legge del Dl 101 entrato in vigore lo scorso 5 settembre con le misure a tutela dei rider, a favore delle aree di crisi complessa, con le disposizioni salva Ilva, per Whirlpool, Blutec di Termini Imerese, per l’ex Alcoa di Portovesme e per la stabilizzazione dei precari di Anpal servizi.”
Gli operai non hanno altra via che prendere nelle proprie mani la battaglia e portarla avanti senza ulteriori attendismi…


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Termini Imerese, Metec nel caos dei fondi pubblici
Malversazioni
Parte delle risorse incassate dalla controllata Blutec finite in attività speculative
Una parte dei fondi incassati da Blutec per il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese è stato investito in attività speculative (titoli esteri) non riconducibili alla realizzazione del progetto del Contratto di sviluppo per la riqualificazione del polo industriale del palermitano. È solo una delle accuse contenute nel decreto di sequestro di MetecSpa, la società che fa capo a Roberto Ginatta e che controlla Blutec e altre società, tra cui la Alcar Industrie Srl, con sedi a Lecce e Vaie (To), acquisita per l’80% all’inizio di agosto e operante nella fornitura di carpenteria nel settore delle macchine movimento terra, dei macchinari agricoli e per le costruzioni stradali. Metec verrà a breve affidata dal Gip e un amministratore per l’ordinario prosieguo dell’attività d’impresa. Un sequestro per un valore di 16 milioni, eseguito dagli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Palermo e in particolare dal gruppo tutela spesa pubblica guidato dal tenente colonnello Daniele Tino su delega della procura della Repubblica di Torino dove Ginatta e Cosimo Di Cursi, amministratore delegato di Blutec, sono indagati con l’accusa di malversazione a danno dello Stato. Quello eseguito ieri dai finanzieri è un sequestro per equivalente e che arriva dopo che il tribunale del riesame di Torino ha respinto il ricorso degli indagati.


Tra le accuse agli indagati anche quella di aver versato, senza giustificazione, due milioni circa sul conto della società Due G Holding legalmente rappresentata da Giovanna Desiderato ma nella proprietà dei figli di Roberto Ginatta (Mario e Matteo Orlando). Due milioni che si aggiungono agli otto investiti in titoli di Stato esteri.
Così il flop del rilancio dell’ex Fiat di Termini Imerese (uno dei pochi casi negativi di Contratti disviluppo nel nostro Paese come potere leggere nel rapporto Sud allegato al Sole 24 Ore) è raccontato nei dettagli in una ventina di pagine firmate dai magistrati torinesi secondo cui buona parte della prima tranche di finanziamenti erogati a Blutec da Invitalia (16 milioni appunto su un totale di 21,3 milioni erogati tramite Invitalia) sarebbero stati spesi per attività non coerenti con il Contratto di sviluppo. O comunque i giustificativi presentati dai manager non sono in linea con le finalità dello strumento che doveva servire a rilanciare l’area e a ridare lavoro a 400 ex dipendenti Fiat. I legali di Metec, ovviamente, sono di tutt’altro avviso come si evince anche leggendo le carte della Procura.
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Blutec e la capogruppo Metec ha portato al capolinea un progetto che valeva 240 milioni di euro per l’intera area industriale e 97 milioni (di cui 71 milioni di soli incentivi): 67 a titolo di finanziamento agevolato, quattro milioni a fondo perduto a titolo contributo impianti) per lo stabilimento di Termini Imerese. Gli operai (circa mille tra diretto e indotto) sono finiti nel limbo della Cassa integrazione che scade a dicembre grazie a un provvedimento di proroga che era stato promesso da Luigi Di Maio, a quel tempo (autunno dell’anno scorso) ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.
A luglio, sempre su delega della Procura torinese, erano stati sequestrati disponibilità finanziarie e beni di varia natura riconducibili alla Blutec e agli indagati per un valore complessivo di circa 6 milioni, nonché il 15% circa delle azioni della Metec, il cui valore, “attenendosi prudenzialmente alle risultanze del bilancio era stato stimato in 10 milioni di euro” spiegano gli investigatori. Dopo il sequestro e l’immissione in possesso da parte dell’amministratore giudiziario delle quote della Metec “una più complessa attività di stima, che ha tenuto conto della notevole esposizione debitoria di Blutec, ha portato alla conclusione che l’effettivo valore di Metec si aggiri sui 9,4 milioni” spiegano ancora gli inquirenti.

Il Sole24Ore 27 settembre ’19

lunedì 23 settembre 2019

GLI OPERAI BLUTEC EX FIAT TERMINI IMERESE RITORNANO A PROTESTARE, OCCUPANO LA STAZIONE

Blutec, i lavoratori occupano la stazione di Fiumetorto: "Il governo ci convochi subito"
La fabbrica è praticamente ferma e da otto anni i lavoratori sono in cassa integrazione. "Siamo alla vigilia del collasso", dicono i sindacati

23 settembre 2019
 I lavoratori della Blutec hanno occupato la stazione di Fiumetorto, nella zona industriale di Termini Imerese. La decisione è arrivata dopo un'assemblea convocata da Cgil, Cisl e Uil nell'ex stabilimento della Fiat. I 650 operai chiedono la convocazione di un tavolo a Roma e il rinnovo della cassa integrazione scaduta a giugno.
"Entro il 31 ottobre il commissario di Blutec dovrà presentare il piano industriale ma ad oggi non c'è alcuna garanzia sul rilancio dell'area - dice il segretario della Fiom Roberto Mastrosimone - Il governo ci convochi subito senza perdere altro tempo coinvolgendo Fca o altri investitori interessati a riavviare la produzione. La fabbrica è praticamente ferma. Da otto anni i lavoratori sono in cassa integrazione, siamo alla vigilia del collasso". Alla stazione anche Vincenzo Comella dei metalmeccanici della Uil: "Il governo si sbrighi, abbiamo già perso tempo con l'estate".
Sono oltre cento i lavoratori che stanno occupando la stazione. Un gruppo aveva proposta di fermare il traffico in autostrada, ma alla fine ha prevalso la linea soft. Gli operai non stanno bloccando la circolazione, ma oltrepassando la linea gialla, hanno rallentato un treno. "Questa azione è necessaria per riportare la vertenza sul tavolo nazionale. I lavoratori non ce la fanno più, non hanno reddito da tre mesi e non vedono soprattutto una prospettiva. La protesta continuerà fin quando non avremo risposte dalle istituzioni", dice Antonio Nobile della Cisl.
I sindacati, insieme ai lavoratori, stanno valutando come proseguire la mobilitazione. "Chiederemo un incontro urgente alla Regione", dicono.

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2019/09/23/news/blutec_i_lavoratori_occupano_la_stazione_di_fiumetorto_il_governo_ci_convochi_subito_-236722208/

venerdì 6 settembre 2019

Prorogata la cassa integrazione fino al 31 dicembre...

IL presidente Mattarella ha firmato e Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 4 settembre 2019, il Decreto Legge n. 101/2019 contenente disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali.

martedì 13 agosto 2019

E ORA?

sabato 3 agosto 2019

Blutec di Termini Imerese: arriva una nuova promessa da Di Maio l’ingannapopolo…

L’ingannapopolo ministro del lavoro (ma sarebbe meglio dire
delladisoccupazione e della cassa integrazione) Luigi Di Maio 
ha sentitola necessità di tornare sulla condizione degli operai 
della Blutec visto che la vertenza è finita di nuovo sui
 mezzi di comunicazione.

“Sto per emanare una norma d’urgenza che consenta ai lavoratori
di Blutec di avere ancora la cassa integrazione, sperando di
 trovare nuovi investitori in una zona non semplice…” (Sole 24
Ore di ieri)
Di Maio torna, per così dire, sul luogo del delitto: sono le cose
che aveva detto tempo fa! Ma forse spera che gli operai non
 abbiano memoria!

“Per quanto riguarda il rilancio del polo industriale invece –
continua il giornalista – in questa fase  non sembrano
 esserci novità:
 Blutec dopo le inchieste e i sequestri è ormai fuori gioco;
non si hanno poi notizie dell’Accordo di programma
da 290milioni per il rilancio dell’intera area
 industriale scaduto ormai da qualche anno”

Di Maio deve spiegare pure perché la zona di Termini Imerese
sarebbe “non semplice”! E, infine, la “speranza” poi di trovare
investitori, detta da un ministro, che ha preso pure impegni
 “solenni”, è ridicola… proprio da ingannapopolo!

mercoledì 31 luglio 2019

Operai Blutec, ex Fiat Termini Imerese: la mobilitazione ottiene un primo risultato immediato, sbloccati due mesi di cassa integrazione

Blutec, sbloccata la cassa integrazione: operaio toglie tenda e presidio
30 Luglio 2019

Palermo, Cronaca
Dopo avere avuto riscontro rispetto allo sblocco dei problemi che avevano impedito di erogare la cassa integrazione di maggio e giugno creando disagi ai lavoratori, l’operaio di 52 anni, Vito La Mattina, ha smontato la tenda allestita ieri mattina per protesta e tolto il presidio davanti ai cancelli della Blutec, a Termini Imerese. Nei prossimi giorni gli operai riceveranno le due mensilità.

«Il risultato è stato raggiunto grazie alla lotta dell’operaio e degli altri lavoratori - dice il segretario della Fiom in Sicilia, Roberto Mastrosimone - Tuttavia, manteniamo alta la tensione perché abbiamo altri due obiettivi da raggiungere: la proroga della cig dal primo luglio al 31 dicembre e soprattutto il rilancio industriale della fabbrica, ci sono oltre mille lavoratori, tra diretti e indotto, che aspettano da troppo tempo la ripresa produttiva».

GdS 30.7.2019

martedì 30 luglio 2019

Gli operai ex Fiat senza cassa integrazione e senza lavoro riprendono le mobilitazioni

Mentre la Blutec di Ginatta viene sottoposta a sequestro da parte della magistratura di 16 milioni di euro che dovrebbero servire a ripagare parte dei 21 milioni pubblici “spariti” dalle casse dell’azienda, gli operai, che erano in attesa della cassa integrazione fino a fine dicembre di quest’anno, ma che non hanno ancora visto niente, hanno ripreso la mobilitazione.
Le promesse dell'ingannapopolo Di Maio fatte con interventi davanti alla fabbrica e in altre occasioni non si sono realizzate, non solo per la cassa integrazione ma men che meno per il cosiddetto piano di rilancio.


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Palermo, operaio piazza la tenda davanti alla Blutec. "Senza stipendio da aprile, sono disperato"
Vito La Mattina davanti alla Blutec 
Protesta a Termini Imerese di un ex dipendente Fiat in cassa integrazione: "Non ho più un euro nemmeno per mangiare, datemi un lavoro". L'azienda nel ciclone dopo gli arresti dei vertici  

29 luglio 2019
Dopo cinque anni di cassa integrazione vuole tornare a lavorare in fabbrica come ha fatto per 23 anni. Tanto più che da due mesi non riceve neanche più gli ammortizzatori sociali. Così, questa mattina, il palermitano Vito La Mattina, 52 anni, ha piazzato una tenda davanti ai cancelli dell’ex Fiat di Termini Imerese: “Da aprile – dice – continuano a non pagarci. Non ho più un euro per andare avanti. Sono in debito con la banca per il mutuo della ristrutturazione e ho le bollette da pagare: ho dovuto mandare la mia famiglia da mia madre. Faccio anche lo sciopero della fame, anche perché non ho soldi neanche per mangiare”.

La Mattina, come gli altri operai ex Fiat, aspetta notizie dalla Blutec, che 5 anni fa ha rilevato lo stabilimento ma che adesso è bloccata dall’inchiesta che a marzo ha portato in cella i vertici dell’azienda. Ma aspetta anche gli assegni di maggio e giugno – bloccati da un problema tecnico - e soprattutto il decreto per la proroga della cassa integrazione dal primo luglio al 31 dicembre. “Ma io – assicura La Mattina, raggiunto davanti alla fabbrica da Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil – non voglio solo la cassa integrazione. Voglio un lavoro. Da quando Blutec ha rilevato da Fiat la fabbrica, ormai quasi cinque anni fa, mi hanno sempre messo in cassa integrazione". Prima c’era stato più di un ventennio in fabbrica: prima al montaggio, poi in magazzino. "Ho degli attestati di specializzazione – prosegue La Mattina - mi mandino dove vogliono ma mi facciano lavorare".



TERMINI IMERESE
Nuovo sequestro di oltre 16 milioni per la Blutec e per i suoi amministratori
26 Luglio 2019
I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate inizialmente dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese e trasferite, per competenza territoriale, alla Procura della Repubblica di Torino, hanno dato esecuzione ad un nuovo decreto di sequestro preventivo per 16 milioni di euro emesso dal Gip torinese, nei confronti della Blutec spa, di Cosimo Di Cursi e Roberto Ginatta, già rispettivamente Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione della società.
L’originario provvedimento di sequestro disposto dal Gip di Termini Imerese era stato, infatti, annullato dal Tribunale del Riesame di Palermo perché non era stato disposto di procedersi preliminarmente sui rapporti intestati alla società e, solo in caso di incapienza, per equivalente sui beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati. Il Riesame aveva però pienamente convalidato i gravi indizi di colpevolezza rispetto alla malversazione, confermando il sequestro dell’intero compendio aziendale della Blutec spa, ad oggi ancora in amministrazione giudiziaria per rischio di reiterazione di analoghe condotte di reato.
Gli indagati sono accusati di aver distratto ingenti finanziamenti pubblici, erogati per il tramite di Invitalia (per conto del Ministero dello Sviluppo Economico), per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese, che prevedeva la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa FCA Italy S.p.A. per la produzione di componentistica automotive.
La Blutec spa, costituita nel 2014, con sede legale in Pescara ma sede decisionale effettiva a Rivoli, ha sottoscritto nel 2015 l’accordo di programma con i dicasteri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Regione Siciliana e il Comune di Termini, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto). A partire dal dicembre 2016, sono stati erogati alla società circa 21 milioni a titolo di anticipazione, tutti provenienti dalla Regione Siciliana.
Le indagini, svolte tramite l’ausilio di complessi riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni, di una consulenza tecnica e dell’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della BLUTEC, hanno consentito di dimostrare che almeno 16 dei 21 milioni di contribuzioni pubbliche non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto. Alcune spese sono state giudicate non ammissibili, in altri casi i fondi pubblici sono stati utilizzati per l’acquisto di beni (ad esempio software) impiegati a beneficio di altre unità produttive dell’azienda site fuori regione e non presso il polo industriale di Termini Imerese.
A tutt’oggi, nonostante la revoca del finanziamento intervenuta ad aprile del 2018 e la precedente attività di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Termini Imerese, le procedure di restituzione non sono state ancora avviate. Pertanto, grazie alla costante sinergia con Invitalia spa con cui la Guardia di Finanza collabora assiduamente in virtù di un protocollo d’intesa, è stato disposto dall’ente erogante il blocco definitivo dell’erogazione dei restanti 50 milioni di euro di fondi pubblici richiesti ma non ancora erogati.
L’odierna attività di polizia giudiziaria, condotta su delega della Procura della Repubblica di Torino, ha permesso il sequestro preventivo dell’intero profitto di reato ad oggi quantificato in oltre 16 milioni di euro, costituito da disponibilità finanziarie della società beneficiaria dei fondi pubblici malversati, nonché capitali, beni immobili e quote societarie nella disponibilità degli indagati Di Cursi e Ginatta.
La Guardia di Finanza prosegue la propria azione di contrasto agli sperperi di risorse pubbliche provenienti dai fondi europei, nazionali e degli enti locali, che non solo rappresentano un rilevante danno per il complessivo sistema degli incentivi alle imprese, ma soprattutto alimentano una concorrenza sleale a nocumento degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole.

domenica 21 luglio 2019

Operai Blutec, ex Fiat Termini Imerese, protestano per il blocco della cassa integrazione

Di Maio continua ad ingannare tutti quelli che incontra. Con il solito aiuto delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil che ogni volta gli danno l’assist per le passerelle e i proclami propagandistici.
Anche in questo caso non solo non si vede lontanamente l’ombra di un possibile rilancio, ma ci sono difficoltà perfino sugli ammortizzatori sociali.
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Lavoratori Blutec a Palermo, protesta per lo sblocco degli ammortizzatori sociali
di Redazione — 12 Luglio 2019
Una nuova protesta per i lavoratori Blutec. Stamattina, davanti la sede Inps di via Laurana a Palermo, si sono riuniti circa cinquanta tute blu per manifestare. Da due mesi, infatti, non percepiscono più ammortizzatori sociali, come spiega Roberto Mastrosimone, alla guida della Fiom Cgil Sicilia.
"Siamo preoccupati perchè per i lavoratori è stata approvata la cassa integrazione fino al 30 di giugno, ma il pagamento si è bloccato a maggio", afferma. Un stop imputabile, secondo il sindacato, a un numero di ore inferiore, previste nel decreto, rispetto al fabbisogno reale.
"In pratica - prosegue mentre assieme agli operai attendono di essere ricevuti - il decreto anticipativo del ministro Luigi Di Maio, che prometteva la copertura per 691 dipendenti, riconoscerebbe una parte inferiore di questi operai, circa 570. Abbiamo sollecitato, anche tramite l’azienda e il ministero, la garanzia per tutti i lavoratori, però ad oggi è ancora tutto fermo. Siamo preoccupati: l’Inps deve darci delle spiegazioni e siamo in attesa di incontrare la direzione", conclude.

mercoledì 12 giugno 2019

14 GIUGNO SCIOPERO DEI METALMECCANICI




ALLA RICERCA DEL SALARIO PERDUTO!!!

mercoledì 5 giugno 2019

altri 100 operai in cassa integrazione

Un centinaio di operai, dei circa 140 che erano al lavoro in fabbrica, nello stabilimento di Termini Imerese, sono stati messi in cassa integrazione fino al 30 giugno come tutti gli altri che sono fuori dal 2011, circa 700 oltre i 300 dell’indotto.
Quelli messi in cassa sono i cosiddetti progettisti e altri impiegati, mentre quelli rimasti stanno ancora lavorando sulla “spiaggina”.
Cosa succederà dopo il 30 giugno ancora non si sa. L’attuale amministratore giudiziario, Glorioso, invece di dare novità sulle decisioni del tribunale di Torino in merito al sequestro dello stabilimento ha pensato bene di mettere in cassa anche chi stava lavorando. E questo non sembra un buon segnale. È un segnale comunque negativo quello che arriva dal Ministero del Lavoro, al cui comando c’è attualmente l’ingannapopolo Di Maio; negativo perché fino a questo momento del “tavolo” promesso che dovrebbe rilanciare l’azienda non c’è traccia.
E non c’è traccia del possibile interessamento dell’ex Fiat impegnata nella fusione con Renault e Nissan… un coinvolgimento che aprirebbe una grande possibilità di rilancio dello stabilimento, ma si tratta di un “coinvolgimento” di cui gli operai devono essere protagonisti attivi!

martedì 7 maggio 2019

Gli operai ex Fiat di Termini Imerese tornano a protestare davanti ai cancelli della fabbrica contro l’ingannapopolo Di Maio e il blocco della cassa integrazione

Ieri, gli operai dell’indotto della ex Fiat di Termini Imerese, attualmente Blutec in amministrazione giudiziaria, sono tornati a manifestare in mattinata davanti ai cancelli della fabbrica, in sostanza contro i tempi lunghi delle decisioni che dovrebbe prendere il ministro dello Sviluppo economico, l’ingannapopolo Di Maio sul destino dello stabilimento e i rapporti con la ex Fiat ora FCA!
Decisioni, promesse, che sono state fatte anche in vista delle elezioni e che invece ancora non arrivano...


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La rabbia delle tute blu
Termini, ex Fiat in catene:
“Ridateci il nostro lavoro”
Il nuovo sit-in davanti ai cancelli della Blutec
Per molti dei 300 lavoratori la cassa integrazione non è stata rinnovata
Incatenati per protesta. Disperazione e scoramento: sono gli stati d’animo degli operai ex Fiat e del suo indotto che ieri hanno protestato davanti ai candeli della Blutec, a Termini Imerese per chiedere il rilancio della fabbrica automobilistica, abbandonata da FCA, nella quale fino a qualche anno fa si assemblava la Lancia Ypsilon. Cinque operai delle aziende dell’indotto, Lear Corporation e bienne Sud, si sono incatenati. Con loro oltre 300 lavoratori tra ex tute blu, indotto e servizi.
“Chiediamo che si riaprano per tutti i cancelli della fabbrica – ha affermato Michele Morreale, incatenato con Michele Russo, Giovanni Schillaci, Francesco Serraino e Libertino Rizzo, tutti sposati e con figli da mantenere-. Vogliamo tornare a lavorare così come chiediamo al governo nazionale di inserire anche le problematiche legate all’indotto nei prossimi tavoli in programma al Mise. Inoltre, per circa 300 operai ci sono le problematiche legate alla Cig, per molti non è stata nemmeno rinnovata, per altri la pratica è stata avviata ma è bloccata”...

(dal GdS 7-5-2019)

giovedì 18 aprile 2019

Blutec verso il fallimento? Depositate tre istanze al Tribunale di Pescara... e per gli operai tutti i tempi si allungano

(ANSA) – TORINO, 17 APR – Tre istanze di fallimento sono state depositate al Tribunale di Pescara, città in la Blutec di Roberto Ginatta ha la sua sede legale. Lo si apprende da fonti investigative.
Si tratta di un’istanza della procura cittadina e di due depositate da alcuni fornitori. Nel caso in cui dovesse essere dichiarato il fallimento dell’azienda, la procura abruzzese potrebbe avviare un’inchiesta per bancarotta fraudolenta. A quel punto la competenza territoriale dell’inchiesta sul presidente Ginatta e l’amministratore delegato Cosimo di Cursi, transitata da Termini Imerese a Torino, potrebbe cambiare nuovamente. I due manager sono accusati di malversazione. (ANSA)

Come si vede si allungano i tempi per una possibile ripresa produttiva dell’azienda che al massimo continuerà ad essere commissariata in attesa di tutte le procedure burocratiche!
Che il commissario rimanga l’attuale o che ne venga nominato un altro, comunque deve presentare entro sei mesi un nuovo piano industriale credibile e questo sembra al momento attuale piuttosto improbabile.
È per questo che la battaglia che gli operai di tutto il gruppo devono intraprendere, compresi gli operai di Termini Imerese, per il rientro alla ex Fiat, ora FCA, acquista ancora più significato!

mercoledì 10 aprile 2019

Crisi Blutec ex Fiat, l’incontro al Ministero non ha dato nessuna risposta alle urgenze degli operai

Ieri pomeriggio si è tenuto l’incontro al Mise, che doveva servire per dare risposte alle urgenze degli operai, e cioè un nuovo piano di produzione industriale con la Fiat, ora FCA che rientra nello stabilimento.

Questa secondo noi è la soluzione possibile e necessaria per forza di cose, dopo che con l’arresto del padrone Ginatta e dell’amministratore delegato Cosimo Di Cursi per aver sottratto dalle casse dell’azienda 16 dei 21 milioni già versati da Invitalia, sono saltati tutti i piani di rilancio della Blutec. Tutti e due però sono stati rilasciati quasi subito, su richiesta dello studio degli avvocati della Fiat capeggiati da Grande Stevens, che ha invocato l'incompetenza territoriale di Termini Imerese, approvata dal tribunale del riesame che ha trasmesso tutto a Torino. E a tutti e due sono stati addirittura restituiti 13 milioni che erano stati sequestrati!

Mentre i responsabili dell’ammanco e della mancata ripartenza della produzione ritornano liberi e con i soldi, gli operai che hanno partecipato all’incontro hanno sentito invece la dichiarazione dell’attuale amministratore giudiziario, Glorioso, sulla brutta situazione finanziaria della Blutec che mette in pericolo non solo gli operai di Termini ma quelli di tutti gli altri stabilimenti, a Torino, in Abruzzo e in Basilicata.

Questa crisi rafforza ulteriormente la richiesta di rientro della Fca che aveva già commissionato alla Blutec la produzione di veicoli elettrici, per esempio, settore in cui la Fca è ancora praticamente assente. Che l’intenzione in questo campo da parte della Fca ci sia tutta lo dicono le voci sugli importanti investimenti che sta facendo nelle miniere che producono le materie prime necessarie.
Gli operai, a detta dell’amministratore giudiziario, devono ancora aspettare 20 giorni e cioè ili tempo necessario che il tribunale di Torino si pronunci per decidere che la gestione commissariale deve andare avanti, e allora entro sei mesi l'azienda dovrà presentare il piano aziendale per tutti i siti industriali. Piano che serve a legittimare la cassa integrazione che scade a giugno.

È chiaro che la vera soluzione ce l’hanno nelle mani gli operai, mentre tutti gli altri, dai sindacati confederali alle istituzioni locali al massimo fanno i presenzialisti e chiacchierano a vuoto. Come abbiamo già detto, è necessario che non un posto di lavoro deve essere perduto, che riparta immediatamente la produzione per farla finita con la cassa integrazione e soprattutto che tutti gli operai devono essere riassunti dalla FCA!

lunedì 8 aprile 2019

IL CAPITALISTA E L'OPERAIO - a proposito di salario e allungamento o intensificazione della giornata lavorativa

(dal blog proletari comunisti)
Marx, sempre Marx. L'arma scientifica di parte proletaria anche oggi per porre in termini di lotta di classe la battaglia contro il capitale, per difendere salario e condizioni di lavoro.  

"Dunque il capitalista invoca la legge dello scambio delle merci. Come ogni altro compratore, cerca di spremere dal valore d’uso della sua merce la maggiore utilità possibile. Ma all’improvviso s’alza la voce dell’operaio, che era ammutolita nell’incalzare e nel tumulto del processo di produzione:
La merce che ti ho venduto si distingue dal volgo delle altre merci per il fatto che il suo uso crea valore, e valore maggiore di quanto essa costi. E per questa ragione tu l’hai comprata. Quel che dalla tua parte appare come valorizzazione del capitale, dalla mia parte è dispendio eccedente di forza-lavoro. Tu ed io, sul mercato, conosciamo soltanto una legge, quella dello scambio di merci. E il consumo della merce non appartiene al venditore che la aliena, ma al compratore che l’acquista. A te dunque appartiene l’uso della mia forza-lavoro
quotidiana. Ma, col suo prezzo di vendita quotidiano, io debbo, quotidianamente, poterla riprodurre, per poterla tornare a vendere. A parte il logorio naturale per l’età ecc., io debbo essere in grado di lavorare domani nelle stesse condizioni normali di forza, salute e freschezza di oggi. Tu mi predichi continuamente il vangelo della «parsimonia» e della «astinenza». Ebbene: voglio amministrare il mio unico patrimonio, la forza-lavoro, come un ragionevole e parsimonioso economo e voglio astenermi da ogni folle sperpero di essa. Ne voglio render disponibile quotidianamente, mettendolo in moto e convertendolo in lavoro, soltanto quel tanto che è compatibile con la sua durata normale e col suo sano sviluppo. Tu puoi mettere a tua disposizione, in un solo giorno, con uno smoderato prolungamento della giornata lavorativa, una quantità della mia forza-lavoro maggiore di quanta io ne possa ristabilire in tre giorni. Quel che tu guadagni così in lavoro, io lo perdo in sostanza lavorativa. L’uso della mia forza lavorativa e il depredamento di essa sono cose del tutto differenti. Se il periodo medio nel quale un operaio medio può vivere, data una misura ragionevole di lavoro, ammonta a trent’anni, il valore della mia forza-lavoro, che tu mi paghi di giorno in giorno, è  [1 : (365 x 30)] cioè, 1 : 10.950 del suo valore complessivo. Ma se tu la consumi in 10 anni, tu mi paghi quotidianamente 1/10.950 del suo valore complessivo, invece di 1/3.650: cioè mi paghi soltanto un terzo del suo valore giornaliero, e mi rubi quindi quotidianamente due terzi del valore della mia merce. Tu mi paghi la forza-lavoro di un giorno, mentre consumi quella di tre giorni. Questo è contro il nostro contratto e contro la legge dello scambio delle merci. Io esigo quindi una giornata lavorativa di lunghezza normale, e lo esigo senza fare appello al tuo cuore, perchè in questioni di denaro non si tratta più di sentimento. Tu puoi essere un cittadino modello, forse membro della Lega per l’abolizione della crudeltà verso gli animali, per giunta puoi anche essere in odore di santità, ma la cosa che tu rappresenti di fronte a me non ha cuore che le batta in petto. Quel che sembra che vi palpiti, è il battito del mio proprio cuore. Esigo la giornata lavorativa normale, perchè esigo il valore della mia merce, come ogni altro venditore.

È evidente: astrazione fatta da limiti del tutto elastici, dalla natura dello scambio delle merci, così com’è, non risulta nessun limite della giornata lavorativa, quindi nessun limite del pluslavoro. Il capitalista, cercando di rendere più lunga possibile la giornata lavorativa e, quando è possibile, cercando di farne di una due, sostiene il suo diritto di compratore. Dall’altra parte, la natura specifica della merce venduta implica un limite del suo consumo da parte del compratore, mentre l’operaio, volendo limitare la giornata lavorativa ad una grandezza normale determinata, sostiene il suo diritto di venditore. Qui ha dunque luogo una antinomia: diritto contro diritto, entrambi consacrati dalla legge dello scambio delle merci.

Fra diritti eguali decide la forza.

Così nella storia della produzione capitalistica la regolazione della giornata lavorativa si presenta come lotta per i limiti della giornata lavorativa — lotta fra il capitalista collettivo, cioè la classe dei capitalisti, e l’operaio collettivo, cioè la classe operaia.

(Karl Marx, Il capitale, libro I, sez. III, cap. 8)