Ora che diventa una questione di tribunali cosa ne viene agli operai?
Solo se si cambia strada e si costruisce l'autorganizzazione operaia
Slai cobas per il sindacato di classe
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Ora che diventa una questione di tribunali cosa ne viene agli operai?
Slai cobas per il sindacato di classe
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In questi ultimi mesi diversi quotidiani locali, ma anche il Sole 24 Ore, si sono occupati di tanto in tanto dell’argomento, forse anche loro, Confindustria e industriali vari, sperando in un vero rilancio dello stabilimento ex Fiat, ma anche di tutta l’“area industriale” di Termini, compreso il progetto per l’Interporto (80 milioni di soldi pubblici già stanziati) che aspetta di essere completato da anni.
L’articolo del Giornale di Sicilia del 25 novembre, è l’ultimo in ordine di tempo, e titola così: “Termini, ossigeno per gli ex Fiat, Prorogata la cassa integrazione”, l’ossigeno si riferisce appunto al fatto che almeno, in mancanza di lavoro, questi operai ricevono la cassa integrazione. Ma oggettivamente si tratta piuttosto di asfissia: tutti sanno che alla lunga non si può vivere di cassa integrazione, perché riduce il salario. Senza contare lo svilimento degli operai e della loro funzione sociale.
I progetti presentati in questa ultima tornata, riguardano la cosiddetta “produzione green” e l’alta tecnologia, come riferisce infatti l’assessore al Lavoro della Regione Siciliana, Scavone, che ha partecipato come parte pubblica (quella che oltre a farsi fregare 16 milioni dall’imprenditore Ginatta, dovrà metterne altri 150) alla riunione telematica: «Nell'incontro - ha detto l'assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone - i commissari straordinari della Blutec hanno ribadito che è stata individuata una soluzione per la riconversione dell'intero sito industriale di Termini Imerese in un sito a vocazione green e ad alta innovazione tecnologica, un progetto innovativo che mira alla produzione di batterie al litio, di materiale hi-tech, nonché di produzione elettrica da fonti rinnovabili e ricerca scientifica applicata. Questo ci permette di guardare in chiave ottimistica al futuro di Termini Imerese.”
Naturalmente l’assessore Scavone non è credibile nemmeno se giurasse e spergiurasse su qualsiasi cosa, basti pensare che è lo stesso che ha messo in campo il piano per il licenziamento di massa di 2400 assistenti igienico personale! per cui il suo “ottimismo” è di circostanza, è al massimo lo può condividere con quello dei sindacalisti! Questo perché anche se venissero accolti e messi in pratica, questi progetti, oltre che a richiedere ancora tanto tempo, proprio per il tipo di progetti che dovrebbero riguardare l’ambiente, ora si dice “green” (che tra l’altro è il colore dei dollari) che richiedono più ingegneri che operai, non potrebbero assorbire certo i circa 700 operai ex Fiat, senza contare quelli dell’indotto, che avrebbero come minimo necessità di corsi di riqualificazione…
Come si sa la ex Fiat degli Agnelli, ora FCA, ha annunciato il progetto, anche se in netto ritardo rispetto a tutte le altre fabbriche automobilistiche, per la produzione delle auto elettriche: lo stabilimento di Termini Imerese è praticamente pronto…
È il momento di una lotta vera, determinata, generale
per aumenti salariali, nessun licenziamento, riduzione
dell'orario di lavoro a parità di paga, sicurezza e salute senza sconti
sui posti di lavoro!
Lavoratori/lavoratrici,
il rinnovo del contratto di
lavoro dei metalmeccanici e di molti altri contratti di lavoro cade nel mezzo
di una grave crisi pandemica ed economica prodotta dal sistema capitalistico,
che ha contribuito a trasformare il virus in strage con criminali tagli alla
sanità pubblica avvenuti negli ultimi vent’anni
per mano dei governi di
centro-destra, “tecnici” e di centro-sinistra, sempre al servizio del
padronato.
Ora i padroni pretendono ancor
più di far pagare questa situazione
proprio alla classe lavoratrice. Il presidente di Confindustria Bonomi ci ha
sferrato un attacco brutale: zero aumenti salariali, sblocco dei licenziamenti,
più produttività. Con questo terrorismo punta a concludere dei contratti-bidone
sul tipo dell’ultimo contratto dei metalmeccanici, che ha portato nelle tasche
dei lavoratori 40 euro lordi in 3 anni e una ‘flessibilità’ senza limiti, e sui conti dei capitalisti e dei banchieri montagne di profitti.
Fiom-Fim-Uilm sono stati costretti a rompere le trattative, ma
ci hanno messo un mese per attuare uno sciopero di sole 4 ore perché stanno
cercando di ricucire a tutti i costi il filo della trattativa.
L'unico modo per riaprire la
trattativa sui rinnovi contrattuali ad armi pari coi padroni è la lotta
prolungata in tutte le fabbriche fino a un
vero sciopero generale!
Noi lavoratori/lavoratrici che
stiamo già pagando un alto prezzo per l’obbligo di andare al lavoro, ci siano o
no le condizioni di sicurezza, dobbiamo evitare un nuovo contratto a perdere, dobbiamo
dare vita ad una lotta vera e
determinata, che sia di esempio, come è stato in passato, anche per le
altre categorie. Facciamoci forti del nostro numero e della nostra funzione
sociale: siamo la classe indispensabile, se ci fermiamo noi, si ferma
tutto.
Piene misure di sicurezza sul
lavoro per tutti/e! Fermo delle fabbriche a rischio!
Non siamo carne da macello,
senza sicurezza non si lavora
Nessun licenziamento! Cassa
integrazione pari al 100% del salario!
Non un centesimo in meno
dell’8% dell’aumento
salariale previsto in
piattaforma!
Basta con le “flessibilità”
concesse negli ultimi contratti!
Totale parità normativa,
salariale, di orari, etc., tra lavoratori diretti e lavoratori degli appalti!
L’azienda committente deve essere ritenuta responsabile per tutto ciò che
avviene negli appalti in materia di condizioni di lavoro e sicurezza
Nazionalizzazione delle
aziende che chiudono, a iniziare dalla Whirpool!
Raccogliamo l’esempio di lotta
dei facchini e dei driver della logistica che hanno ottenuto in questi anni
importanti miglioramenti grazie a dure lotte e alla loro auto-organizzazione
con i sindacati classisti e combattivi.
Unire le forze di tutte le
categorie in scadenza di contratto per in un solo fronte di classe!
Rilanciamo con forza la lotta
per la riduzione drastica e generalizzata dell'orario di lavoro a parità di
salario; imponiamo una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della
popolazione!
I bisogni, le necessità, le
aspirazioni di riscossa dei lavoratori sono comuni, e comune dev’essere
la nostra risposta di lotta a questo padronato assetato di profitti e di
sangue, al governo Conte-bis che, con abilità manovriera, non fa altro che
assecondarlo, a ogni governo dei padroni
Per informazioni 338.7708110
Patto
d’azione anticapitalista- per un fronte unico di classe
Dopo l’assemblea di Bologna di 500 lavoratrici e dei lavoratori combattivi del 27 settembre
Informazione di chi ha partecipato direttamente e sulle decisioni prese dall’ ASSEMBLEA di circa 500 LAVORATRICI E LAVORATORI che hanno portato la voce delle lotte più combattive che si stanno sviluppando in tutto il paese, dal nord al sud in un clima caratterizzato da denuncia, spirito unitario e volontà di lotta nei vari territori costruendo mobilitazione nazionale contro padroni e governo che apra di fatto il “nostro” autunno caldo.
Verso la giornata di lotta nazionale per il 24 ottobre, come nuova tappa di un percorso volto a rafforzare, partendo dalle lotte reali, il ruolo del Patto d’azione per il fronte unico di classe anticapitalista contro padroni, governo, Stato borghese e Capitale
GIOVEDI 15 OTTOBRE alle ORE 15,30
Presso la sede dello Slai cobas per il sindacato di classe
Via G. del Duca 4 Palermo
Invitiamo tutti a partecipare
Per info e contatti 3387708110