mercoledì 15 settembre 2021

La Fincantieri apre a Termini Imerese il polo nel settore navalmeccanico? Era ora... ma ora dobbiamo lottare per una soluzione che comporti la riapertura dello stabilmento e il lavoro per tutti

“L’ipotesi è stata attentamente vagliata e analizzata nelle scorse settimane e resta ancora sui tavoli della politica per sciogliere alcuni nodi tecnici che sarebbero da ostacolo affinché l’azienda possa proporre e sviluppare un progetto per il rilancio dell’area industriale del palermitano che da dieci anni, da quando cioè Fiat ha deciso di chiedere lo stabilimento, aspetta un soggetto industriale forte per ripartire.” dice il quotidiano di Confindustria, il Sole24Ore del 2 settembre.

Questa  proposta è da considerare l’unica seria in oltre dieci anni di tentativi tutti falliti (dalla “Sunny Car”, alla DR Motor Company, alla Blutec… solo per rimanere alle aziende che si occupano di produzione di auto) compreso le ultime “manifestazioni di interesse” che hanno risposto al bando che era stato pubblicato a maggio dal Ministero e che non sono state nemmeno accolte e che non si occupavano affatto di costruzione di auto, comunque incapaci di creare molti posti di lavoro e quindi di riassorbire anche gli operai ex Fiat.

Oltre dieci anni di attesa in cui gli operai hanno dovuto percepire la cassa integrazione, che, come si sa, è molto meno del salario (e per la quale, alla scadenza, ogni volta hanno dovuto protestare pubblicamente), mentre la gestione assolutamente scellerata dei vari amministratori, compreso Invitalia, non ha permesso nessun rilancio anzi alla fine una parte dei soldi pubblici sono stati rubati dal padrone della Blutec, Ginatta.

Dieci anni in cui politici e sindacalisti alla ricerca di facili consensi si sono alternati sul palco delle promesse mai mantenute, mentre nel frattempo si è impoverito ancora di più il settore industriale già di per sé molto debole in tutta la regione. E questo non fa bene al proletariato e alla classe operaia che nella fabbrica ha il suo punto di forza. Su questo, per parafrasare Marx potremmo dire che siamo tormentati non solo dallo sviluppo della produzione capitalistica, ma anche dalla mancanza di questo sviluppo… perché la presenza di una classe operaia numerosa, se da un lato accresce il capitale dall’altro è il presupposto per l’organizzazione di una più forte lotta di classe.

L’intervento del solido colosso pubblico internazionale della costruzione navale, Fincantieri, che implica l’attivazione di un enorme e variegato settore industriale, è certamente una ottima occasione, quindi, per il rilancio dell’industrializzazione dell’area e di conseguenza per il reimpiego degli operai sia diretti che dell’indotto.

E non ci possono essere obiezioni, perché niente effettivamente impedisce la realizzazione del progetto, visto l’enorme “portafoglio ordini”, cioè la quantità di navi già richieste (ad oggi 18 nuove navi da costruire!)… proprio per questo, per permettere la riuscita di questo progetto è interesse degli operai contribuire a togliere di mezzo ogni tipo di “ostacoli” e passare ai fatti!

a cura dello slai cobas per il sindacato di classe - Palermo 

lunedì 13 settembre 2021

Ex Fiat Termini Imerese: altri due anni di cassa integrazione per gli operai, bocciate le proposte di industrializzazione e messa in vendita dello stabilimento - solo la lotta degli operai in forme nuove e autorganizzata dal basso- vedi GKN - può cambiare le cose

 

 La tanto attesa riunione di ieri al Ministero dello Sviluppo economico, retto attualmente dal leghista Giorgetti, aveva all’ordine del giorno due punti essenzialmente

1.      l’esame del piano di rilancio di Blutec presentato dai tre commissari (Filippo Bucarelli, Giuseppe Glorioso e Fabrizio Grasso) che rappresentano il Gruppo (il cui padrone è attualmente agli arresti domiciliari per diversi reati e aver rubato 16 milioni dei 21 concessi dalla Regione) e

2.      l’esame delle proposte pervenute al Mise dopo la pubblicazione dell’avviso per la manifestazione di

interesse per l’area di Termini pubblicato a metà maggio

Il “piano di rilancio” della Blutec è stato rigettato e il Ministero ha dato incarico ai commissari di presentarne un altro entro il 30 settembre, data di scadenza della cassa integrazione, in modo da poterne concedere ancora (si parla di altri due anni!) e dare spazio ad una nuova procedura.

Questo nuovo “piano”, da preparare entro 60 giorni, deve prevedere, secondo il Mise, la vendita della Blutec con tutti gli stabilimenti. Tutto questo “processo” durerebbe almeno due anni durante i quali sarebbe appunto garantita la cassa integrazione ai circa 600 operai ex Fiat che diventano circa mille con l’indotto.

Bocciate anche le otto proposte che erano arrivate dopo l’emissione del bando per l’industrializzazione dell’area! Dovevano essere davvero non credibili e probabilmente miravano soltanto ai soldi pubblici!

Una delle tante altre assurdità è stata la vendita simbolica alla Blutec dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese da parte di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., (agenzia governativa italiana costituita come società per azioni e partecipata al 100% dal Ministero dell'economia e delle finanze.) e adesso si deve aspettare che i commissari Blutec “vendano” lo stabilimento per poter procedere nelle procedure!

La realtà è che i fondi pubblici sono all’origine stessa della costruzione della fabbrica a Termini Imerese negli anni ’70, e non hanno mai smesso di essere versati nelle casse, prima della ex Fiat e poi alla Blutec, e si vede che fine hanno fatto! Soldi pubblici, profitti privati… e operai in cassa integrazione per anni!

lunedì 9 agosto 2021

Ex Fiat Termini Imerese: si rilancia o si chiude definitivamente? Il Mise analizza i progetti mentre c’è chi pensa a chiudere e basta… e per gli operai la cassa integrazione scade a settembre

 


Da un articolo del Sole 24 Ore del 5 agosto si viene a sapere che il Ministero per lo Sviluppo economico stia finalmente analizzando i progetti presentati da un consorzio di imprese (che nell’attesa ha anche pensato di prendere in considerazione l’area industriale di Taranto):

“Fa un passo avanti l’iter che dovrebbe portare alla riconversione industriale dell’area di Termini Imerese in provincia di Palermo. Ieri (4 agosto, ndr) si apprende da fonti del ministero dello Sviluppo economico, si è riunito il Comitato di sorveglianza del Mise sulla vicenda Blutec, l’azienda in amministrazione giudiziaria cui fa capo l’ex stabilimento Fiat del palermitano, ed entro oggi (5 agosto, ndr) trasmetterà il parere alla direzione competente del ministero. ‘Riteniamo che il parere consenta di superare in tempi rapidi l’impasse’ spiegano ancora dal Mise. Insomma, l’analisti delle 8 proposte candidate alla riconversione e il relativo parere sembrano andare nella direzione di una prima risposta alle attese intento del territorio e poi degli ex operai fiat in cassa integrazione da anni che hanno intanto avuto un’ulteriore proroga fino al 30 settembre.”

A quanto pare, comunque, ai primi di settembre ci dovrebbe essere una convocazione al Mise.

Ma nel frattempo, sempre secondo il quotidiano dei padroni, c’è chi pensa di chiudere definitivamente la vertenza:

“Certo è che il tempo gioca a sfavore soprattutto in un momento in cui nell’area di Termini Imerese cresce la sfiducia. Da qualche tempo si fa avanti la proposta di azzerare completamente l’area industriale e c’è il timore da più parti che i ritardi sul fronte Blutec possano esser utilizzati per azzerare tutto, compreso il progetto del porto commerciale e turistico i cui lavori sono di competenza dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale guidata da Pasqualino Monti. Una questione affrontata ieri nel corso del consiglio comunale chiesto dai sindacati.”

Il tempo in effetti ha giocato sempre a sfavore degli operai e, quindi, in questo senso c’è solo il tempo di rimettere in campo una lotta, che gli operai devono prendere nelle proprie mani, per dare una svolta decisiva a questa lunghissima vertenza!

lunedì 26 luglio 2021

Operai ex Fiat Termini Imerese, ancora tra cassa integrazione e promesse di rilancio: è il turno dello scooter elettrico…

È il turno dello scooter elettrico “E-taly” che se tutto andasse bene dovrebbe iniziare la produzione nel 2023 e darebbe lavoro a… 20 lavoratori.

A settembre, dopo 11 anni, scade l’ennesimo periodo di cassa integrazione per i circa 600 operai della ex Fiat di Termini Imerese e dell’ex Blutec…e del famoso e tanto sbandierato “piano di rilancio” non c’è ancora niente, mentre qualche idea che alla fin fine potrebbe essere praticabile come la produzione di veicoli elettrici non è una vera soluzione per quanto riguarda l’occupazione, nelle forme in cui viene proposta.

Al Ministero dello Sviluppo Economico, sempre chiamato in causa, hanno le idee confuse, molto confuse, e, come si vede in ogni “vertenza” pendono dalle labbra dei padroni delle fabbriche dai quali sperano in qualche illuminazione, mentre quelli si inventano di tutto per strappare quanti più incentivi pubblici possibili (e per i progetti più rischiosi mandano avanti le “start up).

L’altro lato del problema sono sempre gli operai, ormai pieni di decenni di esperienza, che devono decidere di prendere nelle proprie mani lo “sviluppo” di una lotta seria.

***

Per Termini Imerese si candida l’e-scooter

Si chiama E-taly ed è uno scooter anzi un e-scooter autosanificante. Ma uno scooter molto particolare perché figlio del designer di Italdesign e dunque della grande tradizione di Giugiaro. E poi perché pensato con un know-how tecnologico all’avanguardia. Intanto, è un progetto candidato concretamente a recuperare e rilanciare almeno una parte dell’ampia

zona industriale di Termini Imerese in provincia di Palermo su cui ancora si discute di rilancio e si è in attesa di conoscere il destino dell’area che fu di Fiat e in ultimo di Blutec.

Proprio in uno degli stabilimenti dell’area ex Fiat, nell’impianto che fu di Magneti Marelli, la Raybotics, start up nata dall’intuizione di Fabio Greco e Enzo Catenacci, vuole insediare la produzione di questo scooter. Che diventerebbe, in qualche modo, nei pensieri del Distretto della meccatronica guidato da Antonello Mine, il simbolo della rinascita di un’area e di un territorio. L’iniziativa, che è stata candidata con la partecipazione all’ultimo avviso per l’affidamento degli impianti pubblicato dai commissari Blutec, si inserisce nell’ambito dell’ecosistema bridge legato al recupero dell’archeologia industriale. “Un bridge nord-sud che parte dall’ex Olivetti di Ivrea fino ad arrivare all’area in cui era presente l’ex Fiat di Termini Imerese – spiegano dall’azienda -. La produzione più automatizzata al mondo per uno scooter quotidianamente “unico” grazie alle innumerevoli personalizzazioni che l’utente finale potrà apportare sostituendo semplicemente delle parti di scocca del veicolo, auto sanificante per uno sharing sicuro, totalmente riciclabile e ricaricabile attraverso un innovativo sistema scooter to scooter, rete domestica o semplicemente attraverso swapping system dotati di scatola nera ed in grado di inviare richiesta di aiuto in caso di incidente”. Il concept dell’e-scooter dovrebbe essere pronto entro settembre per arrivare poi entro febbraio dell’anno prossimo alla definizione del prototipo la cui validazione (e test drive) dovrebbe essere completata entro settembre del 2022 con successiva presentazione al pubblico tra ottobre e novembre. In concreto la produzione dovrebbe essere avviata nel 2023: previsto un investimento complessivo di cinque milioni e l’assunzione in prima battuta di una ventina di persone. “Un progetto – spiega Minea – che fa il paio con l’avvio dell’incubatore e l’insediamento nell’area industriale di Termini Imerese di aziende innovative, tra cui la stessa Raybotics. Di fatto comincia a delinearsi la vocazione innovativa di quest’area che può trovare nei nuovi prodotti una base di rilancio concreta tanto da dare al territorio alcune risposte che aspetta da anni”.

Il Sole 24 Ore 23 luglio ’21

mercoledì 14 luglio 2021

Gli operai ex Fiat di Termini Imerese di nuovo in protesta davanti la sede della Regione

 PALERMO, I LAVORATORI DELLA BLUTEC TORNANO IN PIAZZA: SIT IN DI PROTESTA ALLA REGIONE

La decennale cassa integrazione prorogata fino a settembre non può tenere tranquilli gli operai ex Fiat di Termini Imerese che oggi ridiscendono in piazza con un sit in davanti la presidenza della Regione Sicilia “governata” da Musumeci.

“…chiedono un incontro con il ministero dello sviluppo economico” dice il Giornale di Sicilia di oggi perché non si sa ancora niente delle proposte che sarebbero arrivate come risposta al bando per la re-industrializzazione dell’area, né si conosce il numero degli operai che potrebbero essere impiegati, se davvero questo progetto piuttosto fumoso dovesse partire.

Mentre altri operai, 54 ex Bienne Sud, ex indotto Fiat, hanno già protestato ieri a Termini Imerese per il rinnovo della mobilità in deroga che doveva passare con un emendamento che non è invece passato, gli operai in sit in oggi purtroppo ancora “sperano” che la “Regione faccia la sua parte” perché “ci sono da collocare 600 lavoratori della ex Fiat più 400 dell’indotto: 1000 famiglie che da 10 anni attendono risposte”.

“Ora il panorama quindi appare critico, perché a settembre scadrà l’ammortizzatore sociale – continua il quotidiano -: “È un dramma nel dramma, perché scadendo a fine settembre la cassa integrazione rischiamo il licenziamento. Rischiare il licenziamento a una certa età diventa complicato”, dice un ex operaio.

Così facendo “diventa complicato” tutto! Gli operai non possono continuare a “sperare” nelle istituzioni o nelle eterne promesse di politici interessati: ci vuole per forza un salto di qualità nel tipo di lotta…

venerdì 25 giugno 2021

A Termini imerese il governo con Invitalia si inventa un nuovo corso che non porta da nessuna parte

Termini imerese al nuovo corso, parte l’incubatore delle start up

La firma è prevista oggi ed è un primo passo avanti. Gli altri arriveranno. Almeno questi sono i programmi del distretto della Meccatronica siciliana che conta su quasi 150 aziende aderenti ed è guidato da Antonello Mineo: è il Distretto che l’anno scorso aveva avanzato la candidatura per produrre dispositivi anti Covid nell’area industriale di Termini Imerese e che ora si insedia in partnership con altre imprese in quell’area industriale nell’incubatore costruito da Invitalia grazie una concessione quinquennale.

Una struttura, quella dell’incubatore di Termini Imerese, completata nel 2015, costata 3,1 milioni e fin qui rimasta inutilizzata: può contare su una superficie coperta 3.260 metri quadrati, con 12 laboratori, uffici amministrativi e di rappresentanza, spazi comuni ed aule formative e può ospitare fino a 26 start up. Di fatto oggi, con la presentazione che avverrà nel pomeriggio a Palazzo d’Orleans sede della presidenza della Regione siciliana, si mette la prima pietra per la creazione di un polo dell’innovazione all’interno dell’area industriale del palermitano anche grazie al coinvolgimento di una trentina di aziende tra start up e imprese consolidate provenienti da diverse regioni italiane. All’evento prenderanno parte il presidente della Regione Nello Musumeci, i componenti della giunta regionale, il responsabile per Invitalia dell’incubatore Gabriele Visco oltre ovviamente ai rappresentanti delle imprese.

Veicolo della gestione e lo sviluppo dell’incubatore è il Polo Meccatronica Valley, una rete di imprese costituita da 31 aziende, di cui 12 start up tra cui anche cinque aziende provenienti da Lombardia, Toscana, e Trentino Alto Adige. L’idea è anche quella di utilizzare i fondi in arrivo con i Pnrr per l ‘avvio di nuove imprese ma anche per progetti di sviluppo di imprese esistenti, formazione, ricerca: “L’attuazione delle linee programmatiche del Pnrr avrà importanti ricadute occupazionali a favore dei giovani grazie allo sviluppo di nuovi settori, nuove figure professionali e nuove opportunità di lavoro – dice Mineo, ora anche presidente del Polo Meccatronica Valley-. Servono grande progettualità e grandi investimenti per indirizzare le filiere strategiche che devono essere reingegnerizzate e riassemblate per una attuazione efficace e competitiva del Pnrr. Bisogna inoltre ridurre i divari territoriali e liberare il potenziale inespresso di sviluppo del Mezzogiorno”.

Intanto si parte e i progetti in campo puntano tra le altre cose su smart mobility, Smart grid, energie rinnovabili. Tra i progetti lo sviluppo e industrializzazione dello scooter elettrico a carica rapida E-Taly: si tratta di uno scooter elettrico progettato da Raybotics, una startup “che utilizza la robotica per sconfiggere i virus” si legge sul loro sito e propone una tecnologia che igienizza le superfici senza la chimica. Non è escluso che lo scooter possa essere prodotto in futuro a Termini Imerese. Il Polo Meccatronica Valley di Termini Imerese ha avviato una collaborazione molto simbolica perché lega la Fiat di Termini all’Olivetti di Ivrea con l’Human digital hub Ico Valley di Ivrea ideato e presieduto dall’imprenditrice e senatrice di Forza Italia Virginia Tiraboschi “per la condivisione delle reti di relazioni e realizzazione di progetti congiunti nei settori digitale, tecnologie emergenti, robotica, laboratori per test”. Tra le collaborazioni avviate anche quella con Gi Group, agenzia per il lavoro tra i leader nel settore. “Finalmente – dice Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia - dopo 15 anni, si sta sbloccando una vicenda che ha avuto dell’incredibile. Adesso, grazie all’impegno del governo regionale e alla caparbietà del distretto della Meccatronica, si sta rilanciando un’area con una grande vocazione industriale”.

Il Sole 24 Ore 23 giugno ’21

giovedì 20 maggio 2021

Primi fermenti operai negli stabilimenti Stellantis - un appuntamento nazionale telematico sabato

 Gli operai Fca degli stabilimenti italiani si ritrovano in videoconferenza: appuntamento il 22/5

Invitiamo gli operai ex Fiat (ex Blutec) a partecipare, per informazioni 3387708110



venerdì 30 aprile 2021

Verso il Primo Maggio in piazza anche a Palermo - PIAZZA VERDI (TEATRO MASSIMO) ORE 10

 L’emergenza pandemica che imperversa da più di un anno approfondisce drammaticamente la crisi del sistema capitalista accentuando le disparità sociali e di classe. La borghesia, finché governerà, tutelerà sempre e solo se stessa e i propri interessi.

470.000 lavoratrici e lavoratori, nonostante l'attuale blocco dei licenziamenti (che Confindustria spinge per rimuovere), hanno perso il posto di lavoro solamente nei primi 9 mesi del 2020. Le donne e i migranti, sotto la minaccia di revoca del permesso di soggiorno (attraverso politiche razziste), sono tra le categorie maggiormente penalizzate; aumenta a dismisura la precarietà e la disoccupazione.
Di contro, le giuste e legittime lotte in difesa del lavoro, dei diritti basilari (sociali, politici…) vengono represse dai governi borghesi.

Settori combattivi della classe lavoratrice, benché ancora in circoscritti settori, ha continuato a resistere e a lottare. Su tutto il territorio nazionale si sono svolte molteplici mobilitazioni di lavoratrici e lavoratori di differenti categorie, operai, precari, disoccupati e migranti, ribadendo che se si può lavorare e venire sfruttati giorno e notte, si può e si deve esercitare anche il diritto di lottare contro le angherie padronali che in pandemia non diminuiscono, ma si moltiplicano. In questa prospettiva, ci colleghiamo alle lotte del proletariato tutto che si sviluppano sul piano internazionale.

Anche a Palermo ci si vuole riappropriare del Primo Maggio, la giornata internazionale dei lavoratori, come una grande giornata che è insieme di memoria storica, di confronto e di lotta, rivendicandone le radici rivoluzionarie e internazionaliste.

LAVORAT* E DISOCCUPAT* PER UN PRIMO MAGGIO A PALERMO

martedì 27 aprile 2021

Operai ex Fiat Termini Imerese: cassa integrazione in scadenza e nessun “recovery plan” per la reindustrializzazione

 Per i circa 900 operai dell’ex Fiat di Termini Imerese, ex Blutec, tra “aziendali” e indotto, oramai in cassa integrazione da dieci anni, non è utile aspettare! Ogni giorno che passa senza una mobilitazione forte e con una direzione chiara, lontana dalla passività complice dei governi dei sindacati confederali, complica di fatto la soluzione di un possibile ritorno al lavoro nello stabilimento.

Dall’ultimo incontro, promesso da tempo, richiesto dai sindacati confederali e organizzato dalla viceministra Todde, secondo quanto riporta la Repubblica Palermo di oggi, infatti non è venuto fuori niente di positivo, anzi! Il giornalista dice che l’incontro si è concluso con una “fumata nerissima” perché: “la scatola della ‘newco’, la nuova compagnia pubblica che dovrebbe rilevare lo stabilimento (sott. nostra), sulla carta è pronta, ma è un contenitore vuoto, o almeno dai contenuti troppo fumosi, e così l’incontro convocato dalla viceministra con sindacati, Invitalia, Comune di Termini Imerese e Regione si è concluso con un rinvio all’11 maggio, quando le carte dovranno essere scoperte.”

Ma le carte non sono per niente buone, perché a quanto pare sono apparsi fumosi pure i “programmi industriali” di rilancio e “continuità aziendale” dei commissari della Blutec che, se approvati, possono permettere nell’immediato la concessione di altra cassa integrazione, visto la scadenza prossima di quella in corso.

Tutto ciò conferma che l’interesse per una “soluzione” della vicenda non esiste: il Ministero dello Sviluppo Economico passa da una riunione all’altra senza concretizzare nulla, aggiungendo solo pezze alla pezze, e non sembra, fino a questo momento che nel Recovery Plan presentato ieri da Draghi (di cui non si conosce quasi nulla tranne che le cifre) ci sia traccia, in netto contrasto, tra l’altro, con l’idea di “rilancio”!

Né interesse c’è tantomeno da parte della Regione Siciliana che era stata chiamata a partecipare all’incontro, ma al quale Musumeci non si è presentato, perché, probabilmente in questo momento non riesce a trarne vantaggi elettorali.

È nel campo degli operai che ancora una volta, dunque, cade la palla: sono gli operai che, facendo tesoro della lunga esperienza, respirando l’aria dell’imminente Primo maggio rosso, proletario e internazionalista, devono saper giocare questa partita nel proprio interesse di classe.

lunedì 26 aprile 2021

25 APRILE - GLI SCIOPERI OPERAI FATTORE FONDAMENTALE PER LA VITTORIA DELLA RESISTENZA

 il 25 aprile di proletari comunisti - una approfondita assemblea di 4 ore su PCI e Resistenza al servizio della costruzione del partito e della 'nuova resistenza'

comunicato

 Il lavoro in corso sul Centenario del PCI ha avuto ieri un salto di qualità misurandosi con il ruolo del PCI prima e durante la Resistenza 

Particolarmente approfondito l'esame dell'azione del Partito negli anni della clandestinità, dal 26 al 43 - gli scioperi operai e  dei lavoratori durante il fascismo e il ruolo degli scioperi nella Resistenza dal 43 con il loro intreccio con la lotta partigiana.

Alcuni interventi hanno avviato l'esame della lotta partigiana propriamente detta e il ruolo delle donne in essa

Le conclusioni hanno tracciato l'agenda e il percorso del nuovo appuntamento

-la guerra partigiana lezioni attuali

-la Resistenza come fusione di 3 guerre che ne fanno la esperienza più avanzata e embrione di guerra di popolo di lunga durata in un paese imperialista - i tre strumenti Partito/Fronte Unito/Esercito popolare, le tre fasi difensiva strategica/equilibrio strategico/offensiva strategica

L'appuntamento è fissato per il 28 maggio 2021 e sarà ancora telematico

proletari comunisti

25 aprile 2021

la registrazione dell'assemblea è disponibile per i compagni che vogliano lavorare con noi in questo ciclo 

un nuovo quaderno de 'la Nuova Bandiera' su questa parte del dibattito uscirà in giugno.



domenica 21 marzo 2021

Operai ex Fiat Termini Imerese di nuovo in campo, non è mai troppo tardi…

             

                      

Gli operai ex Fiat di Termini Imerese sono tornati in questi giorni a riprendersi la piazza, e per certi versi anche l’attenzione dei giornali… e non è mai troppo tardi, pensiamo, per riprendersi anche la lotta nelle proprie mani!

Da 10 anni, infatti, gli operai sono stati trascinati - e si sono fatti trascinare - dai sindacalisti Fim Fiom Uilm in lungo corteo funebre che ha portato prima alla chiusura dello stabilimento per mano di Marchionne e poi ad una lunga attesa, infarcita di “cassa integrazione perenne”, della reindustrializzazione dell’area.

I sindacalisti, che sono diventati in questi 40 anni strumenti totalmente nelle mani dei padroni per far passare ogni peggioramento delle condizioni delle operaie e degli operai,  firmando contratti e “patti” sempre a perdere, continuano a fare il loro sporco mestiere: più puntuali di un orologio svizzero, nell’imminenza della scadenza della CIG, o del mancato pagamento di qualche mensilità, quando rischia di traballare anche la loro poltroncina, chiamano alla mobilitazione gli operai prima con una assemblea, poi con la finta occupazione del Comune di Termini Imerese, poi con la tenda davanti lo stabilimento e un passaggio davanti la presidenza della Regione, minacciando ulteriori terribili iniziative come il… pellegrinaggio a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, se non arrivano risposte.

La cassa integrazione, infatti, scadrà a giugno, ma “Molto dipende dal destino del programma presentato dagli amministratori straordinari Blutec al ministero. Un’eventuale via libera potrebbe consentire di destinare il mega stabilimento spostando gli operai su una NewCo e consentirebbe agli operai (poco più di 600) di avere la Cig fino a ottobre”, mentre “Un’eventuale bocciatura porterebbe alla liquidazione e dunque alla vendita all’asta dell’asset Blutec e a giugno la fine della Cig per gli operai.” (Il Sole24Ore 20 marzo). Nell’un caso e nell’altro il destino degli operai resta sempre incerto!

Questi sindacalisti, questa orda di piccola borghesia incistata dentro la classe operaia, è affiancata di volta in volta dai politici sempre pronti ed affamati di voti e pubblicità gratuita come Musumeci e Orlando, che scrivono “lettere al ministero” con una mano mentre con l’altra, in questo caso proprio Musumeci, fa sparire, anche lui, come l’avventuriero padron Ginatta della Blutec, i soldi pubblici: insomma non ci sono più i 250 milioni che per anni sono stati accantonati per la reindustrializzazione! Gli ultimi 90 milioni che erano rimasti sembra siano stati destinati ad “attrarre” investimenti in tutta l’area, nel raggio di 50 chilometri.


Le risposte attese dagli operai quindi non arrivano, perché i sindacalisti ripetono da anni lo stesso copione: stendono di volta in volta tappeti rossi alle promesse dei vari politici di turno “sette governi e otto ministri dello Sviluppo Economico” ha il coraggio di ammettere Mastrosimone della Fiom (il suo servilismo nei confronti di Renzi e Di Maio è stato vomitevole, solo per citare due di questi episodi), lasciando di fatto nelle loro mani il destino dello stabilimento e degli operai, per poi lamentarsi che tutti questi non sono riusciti a risolvere il problema della reindustrializzazione.

Altro che industrializzazione! Nelle mani di questi sindacalisti tutta la zona industriale del palermitano, da Termini Imerese a Carini è di fatto desertificata, a dimostrazione del fatto che in tutti questi anni i sindacati confederali non hanno mai mosso un dito veramente nella direzione giusta! In realtà quello che continuano a chiedere con insistenza è il rinnovo della cassa integrazione. A questa parola d’ordine adesso se ne aggiunge un’altra, che la Cgil già sta sbandierando come grande trovata, quella dei soldi del Recovery Fund. Ma durante l’incontro, la Cgil si è dovuta prendere le critiche dagli stessi padroni di Sicindustria (che spesso finiscono in galera), che come si vede conosce i suoi simili: “Su Termini Imerese – ha detto ieri Alessandro Albanese, vice presidente vicario di Sicindustria, nel corso di un dibattito della Cgil – abbiamo assistito a un combinato disposto di politica e amministrazione, e mi riferisco a Invitalia, che ha preferito privilegiare, forse d’accordo con il sindacato e con una posizione silente di Confindustria, la tranquillità di quei lavoratori che in realtà tranquilli non sono perché hanno sempre la spada di Damocle del rifinanziamento della Cig.”, e poi ha aggiunto: “Qual è quell’imprenditore pazzo che assume direttamente 700 cassaintegrati? Questo è un problema che va risolto a monte”.

Come si “risolve a monte” il problema? Da un lato certamente cercando di scaricare gli operai in qualche modo, dall’altro pretendendo gli “incentivi” dal governo. E proprio su questo punto, il quotidiano dei padroni, insiste sul fatto che bisogna mettere in atto la ZES, Zona Economica Speciale, perché “a questo pensano gli imprenditori”. È la stessa “zona” in cui speravano le aziende raccolte nello Smart City Group che dovevano rilanciare l’industria “green” e ad alta tecnologia e che permette a chi “investe” di usufruire di incentivi di ogni genere, abbassare di fatto il salario e ottenere così il cosiddetto vantaggio competitivo.

Vantaggio che a quanto pare non dispiacerebbe neanche alla multinazionale Amazon che secondo la stampa ha chiesto e ricevuto le planimetrie dell’area industriale. Ma anche se il “colosso dell’e-commerce” dovesse decidersi (passando da un sito produttivo ad un sito di distribuzione, dalla metalmeccanica alla logistica) i problemi degli operai rimarrebbero tutti sul tappeto.

È vero che la storia di questi 10 anni mette a dura prova anche i più ottimisti, e gli operai sanno, dalla loro storia di classe, che senza una lotta dura non si ottengono risultati, ma gli operai tornati alla mobilitazione, sanno anche che ci sono momenti in cui con lo slancio di protagonismo, prendendo nelle proprie mani la lotta, strappandola a chi se ne serve sulla loro pelle per fare carriera, si può buttare a mare il copione di questa brutta storia e le tessere sindacali di questi eterni fiancheggiatori di tutti i governi! E così mostrare che uno sbocco diverso è possibile!

venerdì 5 marzo 2021

LETTERA APERTA AGLI OPERAI

DALLE LAVORATRICI E DONNE IN LOTTA NELLO SCIOPERO GENERALE DELL'8 MARZO

LETTERA APERTA AGLI OPERAI

 

Perché gli operai devono e hanno interesse come classe ad appoggiare lo sciopero delle donne, nella giornata dell'8 marzo.

Lo sciopero delle donne è una questione molto importante di cui ogni lavoratore deve prendere coscienza. La battaglia delle donne proletarie, della maggioranza delle donne, porta, per la sua condizione di attacco a 360°, di doppio sfruttamento e doppia oppressione sul lavoro e in casa, una "marcia in più", un bisogno/necessità di rovesciare questo sistema sociale capitalista in ogni aspetto. Per questo anche i lavoratori devono unirsi a questo sciopero, sostenerne le ragioni e la piattaforma delle donne/lavoratrici. L'8 marzo non si tratta di un normale sciopero sindacale, ma è di una lotta che riguarda la trasformazione di questo sistema che scarica crisi e pandemia sui lavoratori e masse popolari, e di cui le donne sono doppiamente vittime, mentre un pugno di capitalisti si arricchisce sul nostro lavoro, sulla nostra miseria, sull'attacco ai nostri diritti.

Questa lotta, quindi, riguarda tutta la classe operaia e porta una ricchezza nel movimento generale di lotta.

La guerra contro le donne, fatta non solo di peggioramento delle condizioni di vita, di scarico sulle donne della mancanza di servizi sociali, sanitari - oggi ancora di più con la pandemia e lo stato disastroso della sanità, in corso -, non solo di discriminazioni sul lavoro, ma anche di brutale violenza, femminicidi, - e come non chiamare “guerra” quando una donna ogni tre giorni viene uccisa? - questa guerra è la punta di iceberg di un humus, concezioni reazionarie, di oppressione che sempre più nei periodi di crisi come questo, è “compagno di strada” degli attacchi ai diritti di libertà, di emancipazione di tutti, e vengono usate per far meglio passare i peggioramenti generali delle condizioni di vita e di lavoro e schiacciare la volontà di una società giusta, senza sfruttamento e miseria per tutti.

Sempre, anche in passato, in altri periodi storici, il grado di “civiltà” delle donne è stato cartina di tornasole del grado di civiltà o inciviltà dell'intera società. E, sempre, la ribellione e la lotta combattiva delle donne ha elevato la coscienza dei lavoratori, dei proletari in generale ed è diventata una diga alla barbarie maschilista capitalista, mostrando la necessità di rovesciare tutto il sistema dalla struttura alla cultura, idee...

Per questo gli operai o stanno dalla parte della battaglia delle donne o stanno dalla parte dei “morti in piedi”, dei potenti, dei padroni, dei governo, degli Stati che odiano le donne e vogliono fare della loro subordinazione, del ruolo di grande "ammortizzatore sociale" della famiglia, uno strumento per scaricare la loro crisi sulle masse, per controllare, soffocare la ribellione del proletariato; come vogliono fare dell'imbarbarimento di sfogarsi sulle donne come “oggetto sessuale di proprietà”, la perpetuazione di una società morente.

Gli operai che non hanno nulla in questa società se non le loro catene, ma che hanno testa per pensare, devono, anche nell'interesse della loro battaglia di classe, sostenere e imparare dalla ribellione e dalla lotta delle donne.

Movimento femminista proletario rivoluzionario


mercoledì 3 marzo 2021

Operai di nuovo in protesta: assemblea e presidio davanti lo stabilimento... per il rinnovo della cassa integrazione e la reindustrializzazione!

 Questo il punto della vertenza come riportato dal Sole24Ore del 25 febbraio

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Chiesto un tavolo di confronto

Termini Imerese, tensione alla ex Blutec per i 635 posti a rischio

Si sono ritrovati in 300 davanti ai cancelli della fabbrica, quella che ormai tutti chiamano ex Blutec, nel cuore della zona industriale di Termini Imerese. Poco meno della metà degli oltre 635 ex Fiat ormai in cassa integrazione perenne e i 300 ex lavoratori dell’indotto. E lì intendono rimanere, almeno così dicono, fino a quando non arriverà la convocazione del ministero dello Sviluppo economico: hanno inviato la richiesta al ministro Giancarlo Giorgetti e hanno intanto montato due tende per un presidio permanente. “Rimarremo qui fino a quando il ministero dello Sviluppo non ci convocherà e siamo pronti a mettere in campo iniziative di mobilitazione. I lavoratori attendono una risposta industriale e occupazionale, inoltre la scadenza il 30 giugno della tutela degli ammortizzatori sociali impone al Governo nazionale e a quello regionale di trovare una soluzione”, avverte il segretario della Fiom, Roberto Mastrosimone.

Da qualche settimana ormai cresce l’agitazione in tutta l’area di Termini Imerese. C’era attesa, soprattutto, per l’appuntamento del 5 febbraio, data in cui il Mise avrebbe dovuto pronunciarsi sul programma dell’amministrazione straordinaria di Blutec “che deve individuare la soluzione di reindustrializzazione del sito e dare un futuro occupazionale ai lavoratori e al territorio” scrivono i sindacati. Ma ci sono anche altre questioni che preoccupano non poco gli operai: “la garanzia dei livelli occupazionali e della reindustrializzazione deve avvenire attraverso la costituzione di una società partecipata dai creditori pubblici e da Invitalia. In questo senso il precedente governo si era impegnato ad individuare soluzioni tecniche e successivamente ad approvare il programma”.

Intanto anche i vertici del Consorzio Smart City Group promotore del progetto di reindustrializzazione dell’area si sarebbero mossi: secondo indiscrezioni nei giorni scorsi sarebbe stata inviata una lettera al ministro con l’obiettivo di prendere i contatti per rimettere in moto l’iter del progetto.

Dal fronte sindacale sperano che questa sia la volta buona: “Prima dell’attuale esecutivo Draghi ben sette governi e otto ministri dello Sviluppo Economico non solo non sono riusciti a trovare una soluzione industriale e occupazionale dentro lo stabilimento di Termini Imerese, ma nemmeno sono riusciti ad attuale forme di ricollocazione occupazione in altri ambiti lavorativi per un lavoratore ex-Fiat – affermano il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario Fim Cisl Palermo Trapani Antonio Nobile -. Abbiamo sollecitato il precedente governo a costituire una new-co controllata dai creditori pubblici di Blutec, nell’ambito di un accordo concordatario sui debiti che l’azienda ha nei confronti dello Stato. Questa soluzione consentirebbe alla nuova società di prendere in carico i lavoratori e lo stabilimento ed avviare così un processo di reindustrializzazione con le aziende interessate ad investire nel sito.”

Il Sole 24 Ore 25 febbraio 21

giovedì 28 gennaio 2021

venerdì 1 gennaio 2021

BUON ANNO, OPERAI!

  "...gli operai devono protestare perchè il loro silenzio sarebbe un riconoscimento del diritto della borghesia a sfruttarli..."

"...perchè il giorno decisivo il proletariato sia abbastanza forte per vincere è necessario che si formi un partito specifico, separato da tutti gli altri ed a loro contrapposto, un partito di classe, cosciente di sè..."

Friedrich Engels