Cominciamo dal fatto che il Parlamento è chiuso e quindi ministri, vice ecc. ecc. hanno solo funzione di amministrazione ordinaria, e visto che lo stesso eterno Mastrosimone della Fiom ricorda che l’accordo è vecchio di tre anni, ci vorrebbe invece qualcosa di straordinario per fare ripartire sul serio lo stabilimento. E addirittura se l’accordo dovesse partire dovrebbe succedere qualcosa “nei prossimi quattro anni…”
Ma da questo punto di vista di fatto, quindi, non si è mosso niente, come si può leggere nella stessa intervista al sindacato che riportiamo, nella quale si conferma che questa azienda lavora essenzialmente per la Fiat/Chrysler di Marchionne, eccellente esempio di fascismo padronale.
E quanto possono essere affidabili gli eventuali impegni della Blutec, la stessa che nel suo stabilimento di Tito in Basilicata vede gli operai scioperare perché senza prospettive future e spesso senza pagamento dei salari?
operai in sciopero alla Blutec di Tito-Basilicata
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L’azienda ex fiat. Prevista la presenza del vice ministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova e dell’amministratore dell’azienda
Futuro della Blutec, il 7 febbraio vertice a Termini Imerese
Si sposta a Termini Imerese il tavolo ministeriale sullo stato di avanzamento del progetto di riqualificazione del polo industriale, dove Blutec, la società del gruppo Metec Stola, ha riaperto due
anni fa l’ex fabbrica della ex Fiat.
anni fa l’ex fabbrica della ex Fiat.
All’incontro, in programma il 7 febbraio nello stabilimento di piazzale 1 Maggio, saranno presenti il vice ministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, l’ad di Blutec Domenico Di Cursi, i rappresentanti di Fiom, Fim e Uilm e il governatore della Sicilia Nello Musumeci.
Sono centoventi su circa settecento gli ex operai di Fiat tornati al lavoro, da quando lo stabilimento ha riaperto, circa cinquecentosettanta i lavoratori ex Fiati in cig, così come trecento operai dell’indotto, una sessantina, invece, quelli rimasti senza paracadute sociale.
Secondo quanto riferiscono i sindacati, a Termini Imerese è partita la fase propedeutica del progetto di trasformazione in veicoli elettrici dei Doblò, che l’azienda guidata da Marchionne produce in Turchia. L’accordo non sarebbe ancora stato definito, ma se dovesse partire nei prossimi quattro anni, secondo fonti sindacali, potrebbe riguardare la trasformazione in elettrico di ottomila veicoli.
Ma non è tutto: si lavora anche ad un altro progetto, un prototipo per la trasformazione di elettrico dei motorini di Poste italiane,
“Dall’incontro di mercoledì prossimo – dice il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone – ci aspettiamo molto. Sono passati tre anni dalla sigla dell’accordo di programma quadro per Termini Imerese, questi progetti rappresentano un passo in avanti ma non basta. Ci sono 700 ex operai Fiat e circa 300 dell’indotto ai quali va data una risposta e assicurata la piena occupazione. Bene il Fiat Doblò elettrico, bene il progetto di Poste, la parola d’ordine deve essere la piena occupazione”.
L’8 febbraio gli operai torneranno a riunirsi in assemblea. L’assise, convocata dai sindacati nell’aula consiliare del Comune di Termini Imerese e alla quale parteciperanno anche i rappresentanti delle segreterie nazionali di Fim Fiom e Uil, servirà a riferire loro quanto emerso nel corso del vertice con i rappresentanti del governo nazionale, regionale e della società, e fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto di riqualificazione del polo industriale.
Giornale di Sicilia
27 gennaio ’18
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