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Il retroscena.
Dubbi e altre ombre sui salvatori di Termini
Si addensano altre nubi sul futuro dell'ex stabilimento Fiat
di Termini Imerese, proprio quando si sperava in una definitiva schiarita. Da
giorni si susseguono smentite ufficiali del fondo brasiliano indicato come
principale finanziatore dell'operazione "rilancio" dai manager della
Grifa, la società di ex manager del Lingotto che vorrebbe realizzare l'auto
ibrida in Sicilia.
Il tutto mentre arriva la notizia del fallimento in Svizzera
della Radiomarelli, che doveva impiantare a Termini pannelli fotovoltaici. I
sindacati sono molto preoccupati e chiedono garanzie sul futuro dei lavoratori,
considerando che al momento l'unica voce concreta è quella dell'avvio a fine
ottobre dei licenziamenti dei lavoratori da parte della Fiat, che non può più
ricorrere alla cassa integrazione.
Io dubbi si stanno addensando sul progetto presentato al
ministero dello Sviluppo economico dalla Grifa. Al momento non si conoscono i finanziatori
dell'operazione, che in gran parte prevede comunque l'utilizzo di fondi
pubblici, 250 milioni sui 350
a base dell'iniziativa Grifa. L'unico nome trapelato dai
manager della società era quello di un fondo brasiliano, Kbo, che mercoledì
scorso ha smentito qualsiasi interessamento a Termini. Da qui le rassicurazioni
di un manager della banca di Rio de Janeiro: "L'operazione d'investimento,
se effettivamente deliberata nelle prossime settimane, verrà eseguita
direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza
– ha detto Marcello Gianferotti, procuratore generale del Banco Brj Sa – la Kbo
Capital non è altro che una lodevole e ottima società di gestione fondi che,
tra gli altri, gestisce buona parte dei fondi amministrati da Banco Brj Sa da
me rappresentata oggi. Quindi l'operazione sarà posta in essere da un fondo
brasiliano, amministrato e partecipato da banco Brj Sa, probabilmente gestito
da Kbo o altro soggetto".
Il manager ribadisce quindi un legame tra la banca e il
fondo brasiliano. Che ieri però ha smentito nuovamente: "Kbo Capital
ribadisce che il Banco di Rio de Janerio SA non detiene alcuna partecipazione
nel capitale di Kbo – si legge in una nota del fondo – pertanto nessun
rappresentante di Banco Rio De Janerio SA, né tantomeno di Grifa, è autorizzato
ad associare il nome di Kbo a quello della propria società".
Due smentite in due giorni sono un po' troppo e le tute blu
di termini Imerese sono preoccupate. "E' evidente che occorre subito avere
delle garanzie – dice Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom - anche
perché la cassa integrazione finisce a dicembre". Questa è l'unica
certezza.
La Repubblica Palermo
17/10/14***
La vertenza. Possibile un incontro con Grifa oggi al ministero. E la Regione "sosterrà" gli operai dell'indotto.
Ex Fiat, nuova smentita di Kbo "Nessun investimento a
Termini"
È ancora tutta da chiarire la posizione della Grifa, azienda
che vorrebbe subentrare alla Fiat nello stabilimento di imerese per produrre
auto elettriche ed ibride. Le indiscrezioni dei giorni scorsi, che parlano di
problematiche legate alla mancata ricapitalizzazione della stessa Grifa da
parte del fondo brasiliano Kbo Capital, sono state confermate con un comunicato
nel quale si legge: "In relazione ai recenti articoli pubblicati dai media
e riguardanti il rilancio dello stabilimento industriale di Termini Imerese,
Kbo Capital ribadisce che non ha alcun interesse a qualsiasi progetto
riguardante l'impianto, e chiarisce che il Banco di Rio De Janeiro SA non
detiene alcuna partecipazione nel capitale di Kbo Capital. Pertanto, nessun
rappresentante di Banco Rio De Janeiro né tantomeno di Grifa spa, è autorizzato
ad associare il nome di Kbo Capital a quello della propria società, né ha il
diritto di parlare a nome di Kbo Capital".
La notizia, non ancora confermata né smentita dal ministero
dello Sviluppo economico, ha gettato nello scoramento operai e loro famiglie.
Pare che il ministero abbia convocato per oggi il gruppo Grifa, per chiarire la
sua posizione. Intanto ieri i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm, con
i delegati di fabbrica delle aziende dell'indotto Fiat e dei servizi e il
sindaco Salvatore Burrafato, hanno incontrato a Palermo il presidente della
Regione Rosario Crocetta.
"E' stata una lunga attesa – dice il primo cittadino -,
ma non è stata vana. Con il presidente Crocetta abbiamo fato il punto sulla
vicenda Grifa e sulle garanzie per i lavoratori dell'indotto diretto e
indiretto. Su Grifa, dopo aver sentito direttamente il Mise, dobbiamo
continuare a lavorare e ad approfondire. È una speranza. Molti sono ancora i
nodi da sciogliere. In questa delicata fase non servono né proclami né
polemiche. Continuano a chiedere coesione: bisogna stare, tutti insieme e nei
rispettivi ruoli istituzionali, vicini ai lavoratori e fare tutto il possibile
affinché la nostra fabbrica riapra i cancelli. Per i lavoratori dell'indotto
diretto e indiretto abbiamo avviato un confronto serio con la Regione che passa
per pieno coinvolgimento degli assessorati alle Attività produttive e al
Lavoro. Soltanto con un impegno serio e forte potremo garantire (non con le
parole, ma con i fatti) il sostegno al reddito per questi addetti per il
periodo necessario".
Per il delegato di fabbrica della Bienne Sud, Michele Russo,
"una piccola boccata d'ossigeno in attesa di soluzioni concrete. Ci
auguriamo che il presidente della Regione mantenga l'impegno." Chiede una
convocazione urgente al ministero con la Grifa il segretario della Uilm,
Vincenzo Comella: "Gli animi tra gli operai sono tesi. Chiediamo di capire
cosa bolle in pentola, così da poter rassicurare i lavoratori e le loro
famiglie. Intanto, con il presidente Crocetta abbiamo intrapreso un percorso utile
legato agli ammortizzatori sociali. Ci auguriamo di poter continuare con lo
stesso spirito il cammino intrapreso".
Giornale di Sicilia
17/10/14
***La Repubblica
Ex Fiat, i misteri di Grifa. Salvataggio in alto mare
I dubbi sulla società chiamata a rilevare il posto della
società torinese in Sicilia. Il fondo brasiliano smentisce un suo
coinvolgimento
16 ottobre 2014
Ex Fiat, i misteri di Grifa. Salvataggio in alto mare
Sempre più misteri aleggiano intorno al salvataggio dell’ex
Fiat di Termini Imerese per mano di Grifa, la società che dovrebbe prendere il
posto della casa torinese in Sicilia. Dopo i dubbi sulla compagine societaria
di Grifa - startup costituita sette mesi fa che non ha mai prodotto auto,
controllata interamente da un’altra con sede a Bolzano che si occupa di energia
verde, controllata a sua volta al 100 per cento da una società immobiliare
milanese con al vertice un congolese - arriva adesso la smentita sul ruolo del
fondo di investimenti brasiliano che avrebbe dovuto realizzare quell’aumento di
capitale da 100 milioni di euro necessario a chiudere l’accordo e consentire a
Grifa di partire con la produzione.
Due giorni fa, attraverso la stampa italiana, il fondo
brasiliano Kbo Capital ha smentito le notizie diffuse nei giorni scorsi di una
sua partecipazione all’operazione di salvataggio di Termini Imerese e ha
dichiarato di non avere intenzione di investire sul sito, a qualsiasi titolo. A
partecipare all’aumento di capitale, e quindi all’operazione Sicilfiat, sarà un
altro fondo sempre partecipato dal Banco di Rio de Janeiro (Brj), che controlla
anche Kbo Capital. "La società Kbo Capital, sulla quale si è fatto un gran
parlare in questi giorni in merito all'operazione Grifa/Termini Imerese, non
ha, ripeto non ha, nulla a che fare con l'operazione in questione - spiega
Marcello Gianferotti, Procuratore generale del banco Brj che specifica invece
come "l'operazione d'investimento, se infine effettivamente deliberata,
nelle prossime settimane, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non
dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza, partecipato ed amministrato dal
Banco Brj o chi per questa. La Kbo non ha né la struttura, né tantomeno
l'intenzione, né la patrimonialità necessaria per eseguire tale operazione in
proprio".
La preoccupazione che Grifa possa finire nell’elenco della
miriade di progetti flop che dal 2011
a oggi hanno attraversato Termini Imerese è forte.
“Vogliamo chiarimenti immediati sulla solidità di Grifa – dichiara Roberto
Mastrosimone della Fiom siciliana – non possiamo permetterci che ricapiti
quello che è successo in passato. Le procedure di mobilità da parte di Fiat per
760 operai sono già state aperte e se non andasse in porto nemmeno questa
operazione finirebbero tutti licenziati a dicembre”. I sindacati hanno pertanto
chiesto un incontro urgente al ministero dello Sviluppo economico e a
Invitalia, che dovrebbe svolgersi i primi giorni della prossima settimana, nel
quale Grifa dovrà fare luce sui tanti misteri che la avvolgono.
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