Il 3 aprile scorso, come riportano i mezzi di informazione, il tribunale fallimentare di Termini Imerese ha dichiarato fallita la Bienne Sud, azienda dell’indotto Fiat che si occupava della verniciatura di parti della Ypsilon prodotta in Fiat. I 63 operai sono stati licenziati. “. Quelli della Bienne Sud sono gli ultimi lavoratori a vedere sfumare il sogno del recupero dell’impiego nell’ottica del piano industriale presentato da Blutec.” (GdS 7(4/18) Non potendo più accedere alla cassa integrazione “poiché si sono esauriti i termini concessi all’impesa per la concessione del trattamento d’integrazione salariale straordinaria alle unità di personale non più impegnate nello stabilimento … riceveranno l’assegno Naspi per un biennio, poi saranno definitivamente licenziati.”
Operai bienne sud hanno occupato per protesta l'aula consiliare di Termini Imerese
Il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone, e cioè uno dei responsabili dell’attuale situazione, fa il pesce in barile, scarica le responsabilità su aziende e politici, gli stessi cui ha fatto fare le passerelle a fini elettorali a Termini Imerese, compreso Renzi, ha il coraggio di dire che “gli ex lavoratori Bienne Sud sono ‘figli di un piano di reindustrializzazione che ancora oggi, dopo sei anni e mezzo non ha prodotto risultati. Da quando la Fiat ha abbandonato il polo termitano non sono stati mantenuti gli impegni assunti dai governi che si sono succeduti.’ Nello stesso tempo – aggiunge il sindacalista -, i lavoratori che oggi non hanno un’occupazione sono quelli che stanno pagando il conto più salato”.
Mentre il sindaco di Termini dice che “Siamo ancora in alto mare sul fronte Blutec”, Mastrosimone aggiunge che “La situazione attuale è frutto di una serie d’impegni delle istituzioni che non sono mai stati concretizzati – aggiunge sulla vertenza Blutec Mastrosimone -. Ci sono 1000 lavoratori, tra i 700 Blutec e 300 dell’indotto, che attendono delle risposte. È un dramma sociale di cui è responsabile la Fiat [e delle tante promesse dei sindacalisti di Fiom, Fim e Uilm, ndr] e che la politica non è mai stata in grado di risolvere. È un fatto gravissimo che a oggi non è stato possibile dare risposte alle famiglie dei lavoratori. Le commesse di Blutec ancora non arrivano e, se dovessero arrivare, non riuscirebbero a soddisfare le richieste occupazionali”.
Gli operai sanno da tempo con chi devono prendersela per l’attuale situazione e devono solo decidere quando cominciare.
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