ECCOLI QUI I RISULTATI DI ANNI DI ATTESA E "SPERANZE" DISTRIBUITE A PIENE MANI DA SINDACATI E ISTITUZIONI!
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Industria. Torna teso il clima in Sicilia per il mancato
decollo del programma di rilancio del polo produttivo palermitano ex Fiat
Duello Invitalia-Blutec: il piano Termini non parte
Torna la tensione a Termini Imerese in provincia di Palermo.
Con un primo maggio che, dopo anni di tregua, viene festeggiato all’insegna
della protesta: ieri gli operai dell’ex stabilimento Fiat, sotto le insegne di
Cgil-Cisl e Uil, hanno occupato il comune e potrebbe essere, questa, solo la
prima di una serie di azioni di protesta. Nel mirino di sindacati c’è il piano
di riconversione dell’ex stabilimento Fiat e dunque il piano di Blutec, newco
del Gruppo Metec, di cui è amministratore delegato Cosimo di Cursi. Ma nel
mirino vi è soprattutto il governo nazionale “il cui silenzio da garante
dell’accordo tra Invitalia e Blutec non è giustificabile – hanno scritto in un
comunicato congiunto fiom, Fim e Uilm -. Per questo abbiamo deciso di occupate
il comune di Termini Imerese. Vogliamo risposte concrete per i mille lavoratori
e il rilancio del sito. E chiediamo subito la convocazione la Mise”. Sono
trascorsi venti giorni da quando Invitalia ha avviato le procedure per ottenere
da Blutec la restituzione di venti milioni, una quota dei finanziamenti
pubblici destinati alla ripresa produttiva dello stabilimento ex Fiat. “Ma
nella è cambiato – dicono i sindacalisti -. Senza risposte continueremo con
azioni di protesta”.
A far precipitare la situazione le dichiarazioni
dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri in un’intervista
rilasciata al quotidiano La Repubblica: “Oltre a chiedere indietro l’acconto da
20 milioni (dei 67 milioni di finanziamento ndr), a Blutec, per Termini
Imerese, abbiamo anche revocato il contratto di sviluppo. Non potevamo fare
diversamente – ha detto Arcuri -. abbiamo semplicemente applicato la legge che
impone alle imprese di investire effettivamente i finanziamenti ottenuti entro
una determinata scadenza. Questo non è successo e ora, purtroppo, si apre una
grande problema socio-territoriale”. Per saperne di più
Sul futuro dell’ex
stabilimento Fiat bisognerà aspettare il risultato del tavolo tecnico già
convocato al Mise.
“Blutec sostiene che il rilancio dell’impianto dipende molto
dalla commessa per l’assemblaggio del Doblò elettrico – dice Arcuri: un
progetto che sta andando avanti, anche se a rilento Blutec ha una storica
relazione di fornitura con la Fiat.
Evidentemente non ha trovato altri interlocutori
consistenti. E, magari, ha anche pensato che affrontare la crisi a Termini gli
avrebbe dato più forza contrattuale con la stessa Fiat”. Giù a febbraio i
sindacati avevano espresso le loro preoccupazioni sul piano di Blutec che
prevedeva lo slittamento di n anno per l‘avvio delle attività principali e
l’ingresso di tutti i lavoratori: non più la fine del 2018 ma entro il 2019.
“L’azienda – avevano detto i sindacalisti – ha chiesto al ministero del Lavoro
la proroga della cassa integrazione per altri dodici mesi per non lasciare
scoperti i lavoratori in attesa di rientrare, ma questi ritardi non sono più
tollerabili”. E nei giorni scorsi il sindaco di Termini Imerese Francesco
giunta ha fatto appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Intanto sulla questione interviene anche il presidente della
Regione siciliana Nello Musumeci: “Il governo regionale sta giù seguendo la
vicenda relativa alla Blutec – dice il governatore siciliano -. Insieme
all’assessore alle Attività produttive ho incontrato i vertici dell’azienda di
Termini Imerese e apprezziamo l’impegno del mondo sindacale affinché venga
trovata una soluzione. Subito dopo l’approvazione della legge Finanziaria e del
Bilancio, ci faremo promotori di un incontro al ministero dello Sviluppo
economico per tentare di trovare una risposta concreta per i lavoratori per il
rilancio del sito”.
Il Sole 24 Ore
1° maggio 2018
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