Lo sciopero di oggi, questa
mobilitazione in tutte le fabbriche Fiat-Fca è la giusta necessaria risposta al
pesante attacco ai posti di lavoro, ricatto, repressione, cassintegrazione che
Marchionne sta già attuando e ora con il suo piano vuole imporre ancora di più
tagliando la produzione, lasciando in campo solo quella delle auto di lusso (si
deve produrre solo per i ricchi!) con inevitabili chiusure di linee produttive
e licenziamenti. Ma anche per cominciare in tutti gli stabilimenti Fiat-Fca a
dire basta alle condizioni di supesfruttamento, di organizzazione del lavoro
sempre peggiori che mettono a grave rischio la salute psicofisica, di attacco
ai diritti.
Buona parte dei sindacati confederali
(Fim, Uil, Fismic) hanno appoggiato, firmato fin dall'inizio i piani di
Marchionne e quindi sono fino in fondo complici di ciò che è successo e succede
in tutti gli stabilimenti.
Questa giornata in cui Marchionne
presenta a Balocco il suo nuovo piano industriale è quindi una giornata nera
per gli operai.
Per questo è giusto che gli operai
stanno rispondendo con la lotta e l’unità nella lotta di tutti le fabbriche
Fiat-Fca.
Questo piano padronale può essere
rotto solo da una lotta prolungata, in ogni stabilimento e insieme, e dagli
operai che si sono assunti la responsabilità di cominciare a promuoverla. E'
importante l'unità ma è importante anche l'autonomia di classe degli operai
nell'analisi, nel che fare immediato e nella prospettiva.
Il 23 marzo scorso gli “Operai
autorganizzati Fiat-Fca”, insieme ad alcune organizzazioni sindacali di classe
e di base hanno chiamato allo sciopero e alla lotta le fabbriche Fca in cui
sono presenti, per rispondere ai piani Fiat.
Attualmente gli operai autorganizzati
sono ancora pochi e c’è bisogno del sostegno di altri settori di operai,
lavoratori in lotta e di altre organizzazioni sindacali di classe – come gli
operai della logistica del Si.Cobas venuti il 23 marzo in centinaia, come la
rappresentanza di operai dell’Ilva di Taranto e lavoratori delle cooperative
dello Slai cobas sc - che comprendono l’importanza per tutte le fabbriche, per
tutta la classe operaia, della ripresa della lotta alla Fiat-Fca.
Questi 'Operai autorganizzati
Fiat-Fca', i sindacati di base con la loro determinazione, sono un esempio e
una dimostrazione che quando ci si riesce ad organizzare autonomamente dai
sindacati confederali complici si può lottare sul serio.
Per questo ora più che mai serve
l'unità, il coordinamento di operai autorganizzati, dei sindacati di base e di tutti i settori operai dovunque stiano
che lottano realmente.
Ora occorre trasformare le scintille
di avanguardie coraggiose presenti in ogni fabbrica, in una prateria di operai
che non si piegano ai ricatti di Marchionne, ai capi, ai sindacati complici.
Oggi occorre costruire la coscienza
della lotta necessaria e le tappe che essa può e deve avere. Occorre seguire
l’esempio e prendere coraggio da quegli operai autorganizzati che, pur
affrontando il rischio dell’isolamento e della repressione, hanno vinto la
paura, da quei sindacati di base (come Si.Cobas, Soa, Slai cobas per il
sindacato di classe) che hanno piena fiducia che la lotta autorganizzata ha un
presente e un futuro, a differenza di tutti coloro che si dicono dalla parte
degli operai ma in realtà poi quando la lotta c’è la dividono, si dissociano o
se ne vogliono approfittare, appropriare.
Dobbiamo continuare la lotta,
resistere e diventare una forza per estendere la lotta e riorganizzare il
sindacato di classe in tutte le fabbriche e posti di lavoro. I padroni stanno
portando avanti una guerra, che come una guerra vera e propria sta facendo
sempre più morti di lavoratori (dalle fabbriche siderurgiche, ai cantieri,
all'Ilva di Taranto, ecc.). A questa guerra dobbiamo rispondere con la nostra
guerra di classe. I padroni, con l'aiuto dei loro governi, dalla Fiat all'Ilva,
internazionalizzano la produzione per fare più profitti, noi diciamo come
diceva Marx – di cui oggi celebriamo il suo 200° anniversario di nascita -
“proletari di tutti i paesi unitevi”.
In questo senso, questa giornata di
lotta in tutti gli stabilimenti Fiat-Fca deve essere un inizio.
Costruiamo una rete nazionale di
operai autorganizzati, del sindacalismo di classe, che raccolga tutte le
energie reali nell’ampio tessuto di fabbriche, in uno spirito di unità, di
lotta.
E’ un cammino difficile e tortuoso, ma
necessario e possibile!
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