DALLE LAVORATRICI E DONNE IN LOTTA NELLO SCIOPERO GENERALE DELL'8 MARZO
LETTERA APERTA AGLI OPERAI
Perché gli operai devono e hanno interesse come classe ad appoggiare lo sciopero delle donne, nella giornata dell'8 marzo.
Lo sciopero delle donne è una questione molto importante di cui ogni lavoratore deve prendere coscienza. La battaglia delle donne proletarie, della maggioranza delle donne, porta, per la sua condizione di attacco a 360°, di doppio sfruttamento e doppia oppressione sul lavoro e in casa, una "marcia in più", un bisogno/necessità di rovesciare questo sistema sociale capitalista in ogni aspetto. Per questo anche i lavoratori devono unirsi a questo sciopero, sostenerne le ragioni e la piattaforma delle donne/lavoratrici. L'8 marzo non si tratta di un normale sciopero sindacale, ma è di una lotta che riguarda la trasformazione di questo sistema che scarica crisi e pandemia sui lavoratori e masse popolari, e di cui le donne sono doppiamente vittime, mentre un pugno di capitalisti si arricchisce sul nostro lavoro, sulla nostra miseria, sull'attacco ai nostri diritti.
Questa lotta, quindi, riguarda tutta la classe operaia e porta una ricchezza nel movimento generale di lotta.
La guerra contro le donne, fatta non solo di peggioramento delle condizioni di vita, di scarico sulle donne della mancanza di servizi sociali, sanitari - oggi ancora di più con la pandemia e lo stato disastroso della sanità, in corso -, non solo di discriminazioni sul lavoro, ma anche di brutale violenza, femminicidi, - e come non chiamare “guerra” quando una donna ogni tre giorni viene uccisa? - questa guerra è la punta di iceberg di un humus, concezioni reazionarie, di oppressione che sempre più nei periodi di crisi come questo, è “compagno di strada” degli attacchi ai diritti di libertà, di emancipazione di tutti, e vengono usate per far meglio passare i peggioramenti generali delle condizioni di vita e di lavoro e schiacciare la volontà di una società giusta, senza sfruttamento e miseria per tutti.
Sempre, anche in passato, in altri periodi storici, il grado di “civiltà” delle donne è stato cartina di tornasole del grado di civiltà o inciviltà dell'intera società. E, sempre, la ribellione e la lotta combattiva delle donne ha elevato la coscienza dei lavoratori, dei proletari in generale ed è diventata una diga alla barbarie maschilista capitalista, mostrando la necessità di rovesciare tutto il sistema dalla struttura alla cultura, idee...
Per questo gli operai o stanno dalla parte della battaglia delle donne o stanno dalla parte dei “morti in piedi”, dei potenti, dei padroni, dei governo, degli Stati che odiano le donne e vogliono fare della loro subordinazione, del ruolo di grande "ammortizzatore sociale" della famiglia, uno strumento per scaricare la loro crisi sulle masse, per controllare, soffocare la ribellione del proletariato; come vogliono fare dell'imbarbarimento di sfogarsi sulle donne come “oggetto sessuale di proprietà”, la perpetuazione di una società morente.
Gli operai che non hanno nulla in questa società se non le loro catene, ma che hanno testa per pensare, devono, anche nell'interesse della loro battaglia di classe, sostenere e imparare dalla ribellione e dalla lotta delle donne.
Movimento femminista proletario rivoluzionario
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