Questo il punto della vertenza come riportato dal Sole24Ore del 25 febbraio
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Chiesto un tavolo di confronto
Termini Imerese, tensione alla ex
Blutec per i 635 posti a rischio
Si sono ritrovati in 300 davanti
ai cancelli della fabbrica, quella che ormai tutti chiamano ex Blutec, nel cuore
della zona industriale di Termini Imerese. Poco meno della metà degli oltre 635
ex Fiat ormai in cassa integrazione perenne e i 300 ex lavoratori dell’indotto.
E lì intendono rimanere, almeno così dicono, fino a quando non arriverà la
convocazione del ministero dello Sviluppo economico: hanno inviato la richiesta
al ministro Giancarlo Giorgetti e hanno intanto montato due tende per un
presidio permanente. “Rimarremo qui fino a quando il ministero dello Sviluppo
non ci convocherà e siamo pronti a mettere in campo iniziative di mobilitazione.
I lavoratori attendono una risposta industriale e occupazionale, inoltre la
scadenza il 30 giugno della tutela degli ammortizzatori sociali impone al
Governo nazionale e a quello regionale di trovare una soluzione”, avverte il
segretario della Fiom, Roberto Mastrosimone.
Da qualche settimana ormai cresce
l’agitazione in tutta l’area di Termini Imerese. C’era attesa, soprattutto, per
l’appuntamento del 5 febbraio, data in cui il Mise avrebbe dovuto pronunciarsi
sul programma dell’amministrazione straordinaria di Blutec “che deve
individuare la soluzione di reindustrializzazione del sito e dare un futuro
occupazionale ai lavoratori e al territorio” scrivono i sindacati. Ma ci sono
anche altre questioni che preoccupano non poco gli operai: “la garanzia dei
livelli occupazionali e della reindustrializzazione deve avvenire attraverso la
costituzione di una società partecipata dai creditori pubblici e da Invitalia. In
questo senso il precedente governo si era impegnato ad individuare soluzioni
tecniche e successivamente ad approvare il programma”.
Intanto anche i vertici del
Consorzio Smart City Group promotore del progetto di reindustrializzazione dell’area
si sarebbero mossi: secondo indiscrezioni nei giorni scorsi sarebbe stata
inviata una lettera al ministro con l’obiettivo di prendere i contatti per rimettere
in moto l’iter del progetto.
Dal fronte sindacale sperano che
questa sia la volta buona: “Prima dell’attuale esecutivo Draghi ben sette
governi e otto ministri dello Sviluppo Economico non solo non sono riusciti a
trovare una soluzione industriale e occupazionale dentro lo stabilimento di Termini
Imerese, ma nemmeno sono riusciti ad attuale forme di ricollocazione
occupazione in altri ambiti lavorativi per un lavoratore ex-Fiat – affermano il
segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario Fim Cisl
Palermo Trapani Antonio Nobile -. Abbiamo sollecitato il precedente governo a
costituire una new-co controllata dai creditori pubblici di Blutec, nell’ambito
di un accordo concordatario sui debiti che l’azienda ha nei confronti dello
Stato. Questa soluzione consentirebbe alla nuova società di prendere in carico
i lavoratori e lo stabilimento ed avviare così un processo di
reindustrializzazione con le aziende interessate ad investire nel sito.”
Il Sole 24 Ore 25 febbraio 21
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