lunedì 1 aprile 2024

Ex Fiat di Termini: Ross Pelligra vince la gara per l’affidamento dello stabilimento… ancora una beffa per gli operai?

 

 

Ieri, 25 marzo, c’è stato l’incontro programmato al Ministero
delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza ex Fiat Termini
Imerese (ex Blutec) lunga oltre 12 anni
(dalla definitiva chiusura voluta da Marchionne
il 31 dicembre 2011).

Come si sa, dopo il fallimento della ex Blutec, sono stati fatti diversi
bandi per il rilancio dell’area industriale, tutti andati a vuoto.
Ieri, però, i commissari straordinari hanno trovato nel gruppo
Pelligra Holding Italia S.r.l.
il “soggetto aggiudicatario” dell’ultimo bando. Ross Pelligra è un
padrone italo-australiano, conosciuto già in Sicilia per aver
comprato il Catania calcio. Di che cosa si occupa
la Pelligra holding?
di costruzioni e ristrutturazioni edilizie. Che cosa c’entra
con la produzione industriale? Niente!

Ma questo è sembrato un fatto secondario al ministero:
nella sostanza Pelligra dovrebbe (quando entrerà definitivamente
in possesso dell’area, alla fine della procedura prevista dal bando)
“bonificare e attrezzare l’area per consentire poi l’insediamento nell’area
di attività produttive alcune delle quali saranno direttamente collegate
all’attività portuale” (dal Sole 24 Ore), insomma rimettere in sesto tutti
i vecchi edifici dello stabilimento e farne un “nuovo parco industriale” pronto,
cioè, a sua volta per essere affidato ad altre aziende che dovrebbero
produrre qualcosa…
E i soldi chi li mette? C’è un “Accordo di Programma che vale 105 milioni”
e poi “A disposizione ci sono anche 70 milioni di euro stanziati
dall'ultima Finanziaria del governo Musumeci…”, insomma la Regione
Sicilia che in più, attraverso l’Assessorato al Lavoro,
per le “politiche si passive
che attive” ha a disposizione 30 milioni!

Chiaramente questo progetto è stato condito con paroloni
sulla costruzione dell’Interporto di Termini Imerese “che consentirà
di combinare differenti modi di trasporto (strada, ferrovia, mare)
ed essere baricentro di un’ampia zona di produzione (che)
renderanno l'area nuovamente attiva e attrattiva per nuovi
investimenti produttivi.”

E gli operai? Questo progetto di ristrutturazione edilizia prevede
“l'assunzione di 350 dipendenti, attualmente in cassa integrazione,
con garanzia di impiego per i prossimi 24 mesi.”

350 su 556 per due anni! E dopo? Potrebbero rientrare anche
loro nella “società di scopo” ed essere… accompagnati alla pensione.

Mentre “Per i 180 operai che rimarrebbero fuori dal perimetro delle
assunzioni (altri 40 possono andare in pensione subito) le ipotesi
sono diverse:
la prima riguarda il riconoscimento del lavoro usurante
e su questo il ministro Calderone avrebbe mostrato disponibilità a
d approfondire; la seconda prevede un periodo di altri due anni di Naspi
allo scadere della cig per poi essere accompagnati alla pensione;
la terza prevede la costituzione di una newco di scopo interamente
pubblica che potrebbe assorbire i lavoratori ancora in carico a Blutec.”

Questa riunione “presieduta dai ministri Adolfo Urso e Marina Elvira
Calderone … con il Sottosegretario al Mimit, Fausta Bergamotto,
i Commissari straordinari dell’azienda Giuseppe Glorioso, Fabrizio
Grasso e Andrea Bucarelli, la Regione Siciliana, il Comune di Termini
Imerese, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale
e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali” è servita
sostanzialmente per trovare un modo per risolvere definitivamente
la questione degli operai dell’ex Fiat, mandandoli in pensione
in un modo o nell’altro! E naturalmente può essere considerata un
grande spot pubblicitario in vista delle elezioni europee. E infatti
anche l’attuale presidente della Regione ha voluto dire la sua
salutando il “piano industriale”.

E i sindacati confederali? Ricordano che ci sono ancora 200
dell’indotto
per i quali non si è deciso niente ed esprimono, come sempre,
qualche “perplessità”, vista la “complessità” della questione,
ma nella sostanza sono d’accordo, basti la dichiarazione di quelli
della Fiom-Cgil: “Progetto di reindustrializzazione, pensionamenti
e società di scopo sono tre elementi fondamentali per dare una
soluzione a tutti i lavoratori”.

No, proprio no. Gli operai in cassa integrazione da 12 anni, conditi
da promesse e chiacchiere a non finire sulla “prossima
reindustrializzazione” e perdita di salario, non hanno
avuto nessuna “soluzione” se non quella a perdere…

Comunque, visto che i passaggi previsti per la messa in pratica
di questi accordi si dovrebbero concludere
entro il 4 novembre prossimo,
data della definitiva scadenza di tutti gli ammortizzatori sociali,
gli operai hanno il tempo per analizzare e ragionare sulla
proposta
e prendere le proprie decisioni!