martedì 15 luglio 2014

In attesa dell'incontro del 23 luglio ancora un articolo del sole 24 ore di oggi


MILANO
Una società italiana costituita quattro mesi fa - la Grifa spa - controllata da un'altra con sede sociale a Bolzano che si occupa di energie alternative - la Energy Crotone 1 - con al vertice una finanziaria milanese - la Professional Asset Management srl - amministrata da un (probabile) prestanome congolese. Questa la struttura del gruppo che con l'aiuto pubblico punta a rilanciare la produzione di auto a Termini Imerese. Alla guida (come amministratore delegato di Grifa spa) c'è Augusto Forenza, 72enne commercialista napoletano, per anni factotum dell'imprenditore Mario Maione, che negli anni 2000 costruì un impero diversificato (dalla fornitura di componenti a Fiat alla costruzione di parcheggi alla produzione di pasta) travolto poi da una serie di fallimenti.
L'amministratore di Professional Asset Management - domiciliata a Milano e controllata al 95% dal napoletano Raffaele Cirillo – è Kiala Dielunguidi, nato a Tuku (Congo) nel 1963 e che risulta al Cerved avere cariche societarie anche nella Kama Group di Firenze, Spt di Lecce, Mcn Engineering di Milano e in una decina di società, prevalentemente immobiliari, domiciliate a Roma.
Vediamo i numeri del progetto che sono stati comunicati nei due incontri, prima alla Regione Sicilia e poi, martedì, al Mise. Grifa investirebbe 250 milioni di euro per produrre nell'ex fabbrica Fiat di Termini Imerese 35mila auto ibride l'anno, e promette di riassumere 450 operai. Al progetto parteciperebbero, in qualità di consulenti, la Walking World di Giuseppe Ragni (che fu dirigente Fiat fino alla metà degli anni 90) e Giancarlo Tonelli (anch'egli con un passato in Fiat nel settore delle risorse umane); e la Leonardo italian engineering di Giuseppe Valli, società in realtà controllata al 40%, tramite un'immobiliare, dallo stesso Forenza.
Dalla Grifa i dubbi sulla curiosa struttura del gruppo vengono definiti irrilevanti. La presenza di una società di energia eolica (la Energy Crotone 1) si spiega secondo una fonte vicina al progetto con il fatto che «l'idea iniziale dei promotori italiani era quella». Tonelli dice che l'operazione è partita a fine 2013 ma di non sapere nulla della struttura societaria attuale e di non conoscere né Cirillo né Dielunguidi: «Ha pensato a tutto Forenza, che ho conosciuto quando lavorava per una società di componenti fornitrice della fabbrica Fiat di Melfi». Tonelli rivendica l'idea dell'ibrido, che gli è venuta «guardando al boom di vendite di auto ibride degli ultimi due anni».
Ad ogni buon conto, dice Tonelli, «ai soci italiani sta per subentrare un socio di peso brasiliano». Il numero de «L'Espresso» in edicola cita la Kbo Capital «guidata dal banchiere Roland Gerbauld»; Kbo è una società brasiliana di consulenza in campo finanziario. Secondo Tonelli «il fondo di Kbo è gestito dal Banco Brj guidato da Luiz Augusto Queiroz, che ha già partecipato agli incontri con il Mise». Queiroz è già stato protagonista (forse a sua insaputa) di una mancata acquisizione in Italia: il suo nome era stato fatto nel maggio 2011 da un suo rappresentante italiano come acquirente del Credito Sammarinese; la banca fu poi commissariata due mesi dopo, e i vertici arrestati.
Tonelli assicura comunque che «entro il prossimo 23 luglio ci sarà l'aumento di capitale da 25 a 100 milioni. A quel punto i brasiliani avranno oltre il 90% delle quote», evidentemente acquistando anche quelle degli attuali soci.
Saranno il ministero e Invitalia a valutare la credibilità della composita cordata; i precedenti, per quanto riguarda le proposte giunte per la fabbrica di Termini Imerese, non sono incoraggianti.

Nessun commento:

Posta un commento