sabato 18 ottobre 2014

Fiat-Grifa: troppi dubbi sull'operazione...

ancora dalla stampa borghese
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Il retroscena.
Dubbi e altre ombre sui salvatori di Termini

Si addensano altre nubi sul futuro dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, proprio quando si sperava in una definitiva schiarita. Da giorni si susseguono smentite ufficiali del fondo brasiliano indicato come principale finanziatore dell'operazione "rilancio" dai manager della Grifa, la società di ex manager del Lingotto che vorrebbe realizzare l'auto ibrida in Sicilia.
Il tutto mentre arriva la notizia del fallimento in Svizzera della Radiomarelli, che doveva impiantare a Termini pannelli fotovoltaici. I sindacati sono molto preoccupati e chiedono garanzie sul futuro dei lavoratori, considerando che al momento l'unica voce concreta è quella dell'avvio a fine ottobre dei licenziamenti dei lavoratori da parte della Fiat, che non può più ricorrere alla cassa integrazione.
Io dubbi si stanno addensando sul progetto presentato al ministero dello Sviluppo economico dalla Grifa. Al momento non si conoscono i finanziatori dell'operazione, che in gran parte prevede comunque l'utilizzo di fondi pubblici, 250 milioni sui 350 a base dell'iniziativa Grifa. L'unico nome trapelato dai manager della società era quello di un fondo brasiliano, Kbo, che mercoledì scorso ha smentito qualsiasi interessamento a Termini. Da qui le rassicurazioni di un manager della banca di Rio de Janeiro: "L'operazione d'investimento, se effettivamente deliberata nelle prossime settimane, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza – ha detto Marcello Gianferotti, procuratore generale del Banco Brj Sa – la Kbo Capital non è altro che una lodevole e ottima società di gestione fondi che, tra gli altri, gestisce buona parte dei fondi amministrati da Banco Brj Sa da me rappresentata oggi. Quindi l'operazione sarà posta in essere da un fondo brasiliano, amministrato e partecipato da banco Brj Sa, probabilmente gestito da Kbo o altro soggetto".
Il manager ribadisce quindi un legame tra la banca e il fondo brasiliano. Che ieri però ha smentito nuovamente: "Kbo Capital ribadisce che il Banco di Rio de Janerio SA non detiene alcuna partecipazione nel capitale di Kbo – si legge in una nota del fondo – pertanto nessun rappresentante di Banco Rio De Janerio SA, né tantomeno di Grifa, è autorizzato ad associare il nome di Kbo a quello della propria società".
Due smentite in due giorni sono un po' troppo e le tute blu di termini Imerese sono preoccupate. "E' evidente che occorre subito avere delle garanzie – dice Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom - anche perché la cassa integrazione finisce a dicembre". Questa è l'unica certezza.

La Repubblica Palermo
17/10/14

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La vertenza. Possibile un incontro con Grifa oggi al ministero. E la Regione "sosterrà" gli operai dell'indotto.
Ex Fiat, nuova smentita di Kbo "Nessun investimento a Termini"

È ancora tutta da chiarire la posizione della Grifa, azienda che vorrebbe subentrare alla Fiat nello stabilimento di imerese per produrre auto elettriche ed ibride. Le indiscrezioni dei giorni scorsi, che parlano di problematiche legate alla mancata ricapitalizzazione della stessa Grifa da parte del fondo brasiliano Kbo Capital, sono state confermate con un comunicato nel quale si legge: "In relazione ai recenti articoli pubblicati dai media e riguardanti il rilancio dello stabilimento industriale di Termini Imerese, Kbo Capital ribadisce che non ha alcun interesse a qualsiasi progetto riguardante l'impianto, e chiarisce che il Banco di Rio De Janeiro SA non detiene alcuna partecipazione nel capitale di Kbo Capital. Pertanto, nessun rappresentante di Banco Rio De Janeiro né tantomeno di Grifa spa, è autorizzato ad associare il nome di Kbo Capital a quello della propria società, né ha il diritto di parlare a nome di Kbo Capital".
La notizia, non ancora confermata né smentita dal ministero dello Sviluppo economico, ha gettato nello scoramento operai e loro famiglie. Pare che il ministero abbia convocato per oggi il gruppo Grifa, per chiarire la sua posizione. Intanto ieri i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm, con i delegati di fabbrica delle aziende dell'indotto Fiat e dei servizi e il sindaco Salvatore Burrafato, hanno incontrato a Palermo il presidente della Regione Rosario Crocetta.
"E' stata una lunga attesa – dice il primo cittadino -, ma non è stata vana. Con il presidente Crocetta abbiamo fato il punto sulla vicenda Grifa e sulle garanzie per i lavoratori dell'indotto diretto e indiretto. Su Grifa, dopo aver sentito direttamente il Mise, dobbiamo continuare a lavorare e ad approfondire. È una speranza. Molti sono ancora i nodi da sciogliere. In questa delicata fase non servono né proclami né polemiche. Continuano a chiedere coesione: bisogna stare, tutti insieme e nei rispettivi ruoli istituzionali, vicini ai lavoratori e fare tutto il possibile affinché la nostra fabbrica riapra i cancelli. Per i lavoratori dell'indotto diretto e indiretto abbiamo avviato un confronto serio con la Regione che passa per pieno coinvolgimento degli assessorati alle Attività produttive e al Lavoro. Soltanto con un impegno serio e forte potremo garantire (non con le parole, ma con i fatti) il sostegno al reddito per questi addetti per il periodo necessario".
Per il delegato di fabbrica della Bienne Sud, Michele Russo, "una piccola boccata d'ossigeno in attesa di soluzioni concrete. Ci auguriamo che il presidente della Regione mantenga l'impegno." Chiede una convocazione urgente al ministero con la Grifa il segretario della Uilm, Vincenzo Comella: "Gli animi tra gli operai sono tesi. Chiediamo di capire cosa bolle in pentola, così da poter rassicurare i lavoratori e le loro famiglie. Intanto, con il presidente Crocetta abbiamo intrapreso un percorso utile legato agli ammortizzatori sociali. Ci auguriamo di poter continuare con lo stesso spirito il cammino intrapreso".

Giornale di Sicilia

17/10/14
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La Repubblica
Ex Fiat, i misteri di Grifa. Salvataggio in alto mare
I dubbi sulla società chiamata a rilevare il posto della società torinese in Sicilia. Il fondo brasiliano smentisce un suo coinvolgimento

16 ottobre 2014
Ex Fiat, i misteri di Grifa. Salvataggio in alto mare
Sempre più misteri aleggiano intorno al salvataggio dell’ex Fiat di Termini Imerese per mano di Grifa, la società che dovrebbe prendere il posto della casa torinese in Sicilia. Dopo i dubbi sulla compagine societaria di Grifa - startup costituita sette mesi fa che non ha mai prodotto auto, controllata interamente da un’altra con sede a Bolzano che si occupa di energia verde, controllata a sua volta al 100 per cento da una società immobiliare milanese con al vertice un congolese - arriva adesso la smentita sul ruolo del fondo di investimenti brasiliano che avrebbe dovuto realizzare quell’aumento di capitale da 100 milioni di euro necessario a chiudere l’accordo e consentire a Grifa di partire con la produzione.

Due giorni fa, attraverso la stampa italiana, il fondo brasiliano Kbo Capital ha smentito le notizie diffuse nei giorni scorsi di una sua partecipazione all’operazione di salvataggio di Termini Imerese e ha dichiarato di non avere intenzione di investire sul sito, a qualsiasi titolo. A partecipare all’aumento di capitale, e quindi all’operazione Sicilfiat, sarà un altro fondo sempre partecipato dal Banco di Rio de Janeiro (Brj), che controlla anche Kbo Capital. "La società Kbo Capital, sulla quale si è fatto un gran parlare in questi giorni in merito all'operazione Grifa/Termini Imerese, non ha, ripeto non ha, nulla a che fare con l'operazione in questione - spiega Marcello Gianferotti, Procuratore generale del banco Brj che specifica invece come "l'operazione d'investimento, se infine effettivamente deliberata, nelle prossime settimane, verrà eseguita direttamente da un fondo ancora non dichiarato, per motivi di ovvia riservatezza, partecipato ed amministrato dal Banco Brj o chi per questa. La Kbo non ha né la struttura, né tantomeno l'intenzione, né la patrimonialità necessaria per eseguire tale operazione in proprio".


La preoccupazione che Grifa possa finire nell’elenco della miriade di progetti flop che dal 2011 a oggi hanno attraversato Termini Imerese è forte. “Vogliamo chiarimenti immediati sulla solidità di Grifa – dichiara Roberto Mastrosimone della Fiom siciliana – non possiamo permetterci che ricapiti quello che è successo in passato. Le procedure di mobilità da parte di Fiat per 760 operai sono già state aperte e se non andasse in porto nemmeno questa operazione finirebbero tutti licenziati a dicembre”. I sindacati hanno pertanto chiesto un incontro urgente al ministero dello Sviluppo economico e a Invitalia, che dovrebbe svolgersi i primi giorni della prossima settimana, nel quale Grifa dovrà fare luce sui tanti misteri che la avvolgono.

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