mercoledì 2 maggio 2018

INVITALIA REVOCA IL CONTRATTO DI SVILUPPO E RIVUOLE 20 MILIONI


ECCOLI QUI I RISULTATI DI ANNI DI ATTESA E "SPERANZE" DISTRIBUITE A PIENE MANI DA SINDACATI E ISTITUZIONI!

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Industria. Torna teso il clima in Sicilia per il mancato decollo del programma di rilancio del polo produttivo palermitano ex Fiat
Duello Invitalia-Blutec: il piano Termini non parte

Torna la tensione a Termini Imerese in provincia di Palermo. Con un primo maggio che, dopo anni di tregua, viene festeggiato all’insegna della protesta: ieri gli operai dell’ex stabilimento Fiat, sotto le insegne di Cgil-Cisl e Uil, hanno occupato il comune e potrebbe essere, questa, solo la prima di una serie di azioni di protesta. Nel mirino di sindacati c’è il piano di riconversione dell’ex stabilimento Fiat e dunque il piano di Blutec, newco del Gruppo Metec, di cui è amministratore delegato Cosimo di Cursi. Ma nel mirino vi è soprattutto il governo nazionale “il cui silenzio da garante dell’accordo tra Invitalia e Blutec non è giustificabile – hanno scritto in un comunicato congiunto fiom, Fim e Uilm -. Per questo abbiamo deciso di occupate il comune di Termini Imerese. Vogliamo risposte concrete per i mille lavoratori e il rilancio del sito. E chiediamo subito la convocazione la Mise”. Sono trascorsi venti giorni da quando Invitalia ha avviato le procedure per ottenere da Blutec la restituzione di venti milioni, una quota dei finanziamenti pubblici destinati alla ripresa produttiva dello stabilimento ex Fiat. “Ma nella è cambiato – dicono i sindacalisti -. Senza risposte continueremo con azioni di protesta”.

A far precipitare la situazione le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica: “Oltre a chiedere indietro l’acconto da 20 milioni (dei 67 milioni di finanziamento ndr), a Blutec, per Termini Imerese, abbiamo anche revocato il contratto di sviluppo. Non potevamo fare diversamente – ha detto Arcuri -. abbiamo semplicemente applicato la legge che impone alle imprese di investire effettivamente i finanziamenti ottenuti entro una determinata scadenza. Questo non è successo e ora, purtroppo, si apre una grande problema socio-territoriale”. Per saperne di più
 Sul futuro dell’ex stabilimento Fiat bisognerà aspettare il risultato del tavolo tecnico già convocato al Mise.
“Blutec sostiene che il rilancio dell’impianto dipende molto dalla commessa per l’assemblaggio del Doblò elettrico – dice Arcuri: un progetto che sta andando avanti, anche se a rilento Blutec ha una storica relazione di fornitura con la Fiat.


Evidentemente non ha trovato altri interlocutori consistenti. E, magari, ha anche pensato che affrontare la crisi a Termini gli avrebbe dato più forza contrattuale con la stessa Fiat”. Giù a febbraio i sindacati avevano espresso le loro preoccupazioni sul piano di Blutec che prevedeva lo slittamento di n anno per l‘avvio delle attività principali e l’ingresso di tutti i lavoratori: non più la fine del 2018 ma entro il 2019. “L’azienda – avevano detto i sindacalisti – ha chiesto al ministero del Lavoro la proroga della cassa integrazione per altri dodici mesi per non lasciare scoperti i lavoratori in attesa di rientrare, ma questi ritardi non sono più tollerabili”. E nei giorni scorsi il sindaco di Termini Imerese Francesco giunta ha fatto appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Intanto sulla questione interviene anche il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci: “Il governo regionale sta giù seguendo la vicenda relativa alla Blutec – dice il governatore siciliano -. Insieme all’assessore alle Attività produttive ho incontrato i vertici dell’azienda di Termini Imerese e apprezziamo l’impegno del mondo sindacale affinché venga trovata una soluzione. Subito dopo l’approvazione della legge Finanziaria e del Bilancio, ci faremo promotori di un incontro al ministero dello Sviluppo economico per tentare di trovare una risposta concreta per i lavoratori per il rilancio del sito”.
Il Sole 24 Ore
1° maggio 2018

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